Adolf Hoffmeister

Discussion in 'Cultura' started by pierre, Sep 8, 2006.

  1. pierre

    pierre Well-Known Member

    Per voi che visitate la Cekia e passeggiate su e giu’ per ponti, strade e qualche selciato sconnesso...la Cekia non e' solo magnifiche vedute ma anche terra di personaggi culturalmente incredibili.

    Avevo voglia di scrivere qualcosa su Adolf Hoffmeister, poi ho trovato questo bellissimo ed esauriente articolo di Giuseppe Dierna che corrisponde perfettamente alle miei piu’ ambiziose intenzioni e forse anche piu’. Quindi evitando una fatica che poi, forse, non sarebbe stata all’ altezza del progetto vi propongo integralmente questo notevole intervento sul personaggio.
    Spero che LA Repubblica e soprattutto Giuseppe Dierna non se abbiano a male.


    Adolf Hoffmeister (1922-1973), uno dei maggiori disegnatori e illustratori del Novecento, ma anche librettista e prosatore, un grande dimenticato negli anni bui della Normalizzazione che solo oggi riceve il doveroso omaggio per sua longeva attività (con catalogo - in versione ceca e inglese - a cura di Karel Srp: Adolf Hoffmeister, Gallery, 1499 corone).
    Era stato il membro più giovane del gruppo Devetsil, accanto al teorico Karel Teige e al poeta Vitezslav Nezval. I suoi oli dei primi anni Venti esprimono l´innocente gaiezza che era di quel tempo avanguardistico, il gusto dell´esotico trasferito in isolette multicolori, in maestosi velieri da pittura naif, o in angeli svolazzanti con ali anch´esse rigonfie come vele. Ma quell´ingenua pittura, cui faceva da contrappunto una non meno giocosa poesia, sarà presto abbandonata, e Hoffmeister prenderà a dedicarsi al ritratto caricaturale di cui sarà ineguagliabile maestro (una sua mostra a Parigi nel ?28 verrà inaugurata dal poeta Majakovskij, lì di passaggio), riuscendo a rendere in pochi tratti - o anche in un unico acrobatico percorso della penna, come avverrà col presidente Tomas G. Masaryk in un disegno del ´36 - un´attitudine o una personalità: Georges B.
    Shaw avrà repellente corpo di cactus, Teige verrà ritratto prigioniero delle proprie costruttivistiche composizioni tipografiche, Dalí si mostrerà con la tavolozza semidisciolta come i suoi orologi molli, mentre il poeta Aragon cercherà faticosamente di sostenere un´enorme, spropositata bandiera rossa. Nel ´34, di ritorno dal Primo Congresso degli scrittori sovietici, dove l´agguerrito Karl Radek ha appena definito James Joyce «un mucchio di letame, brulicante di vermi, fotografato attraverso un microscopio», Hoffmeister pubblica il proprio resoconto: su uno sfondo di ritagli di giornale, Radek - con chierica e barbetta quasi da frate - regge per i capelli la sanguinante testa mozzata dello scrittore irlandese.
    Quando la minaccia nazi-fascista si farà più concreta, troveremo Hoffmeister tra i collaboratori della rivista satirica Simplicus, vera spina nel fianco della censura: un disegno del caricaturista Antonin Pelc illustra le successive fasi della Mostra di satira tenutasi a Praga nel ?34 (con la partecipazione, tra gli altri, anche di Heartfield e Grosz): dopo le proteste prima dell´ambasciatore tedesco e poi di quello austriaco e italiano, ai visitatori non restano che vuote pareti (il caricaturista si era però dimenticato della non meno vibrante protesta del Nunzio vaticano). Un disegno misto a collage di Hoffmeister di quegli anni mostra una camicia nera che, stesa ad asciugare tra due lance africane, proietta un´ombra inquietante sulla mappa dell´Etiopia e dell´Abissinia.
    Dopo essere fuggito nel ´39 in Francia (dove verrà internato per sette mesi a La Santé), e da qui poi - passando in rocambolesca successione per Casablanca, Lisbona e L´Avana - fin negli Stati Uniti, Hoffmeister non interromperà la propria attività antifascista. In un disegno-collage del ´43, un Mussolini dai tratti di Pietro Gambadilegno, clown bianco con cappello a pan di zucchero, si staglia sullo sfondo dei coloratissimi manifesti del circo in cui lavora insieme al sopraggiungente domatore Adolf Hitler. E intanto in Cecoslovacchia, nel campo di concentramento di Terezin, dove sono stati imprigionati gli ebrei della nazione occupata, i bambini mettono in scena un´opera musicale giovanile di Hoffmeister, Brundibar (con musica di Hans Krasa), ripresa giusto l´anno scorso all´Auditorium romano.
    Nei primi anni del dopoguerra Hoffmeister sarà ambasciatore cecoslovacco a Parigi, da dove verrà però frettolosamente richiamato nel ´51, quando comincia a insegnare cinema d´animazione alla Scuola superiore di design a Praga, incendiando spesso la smorta stagnazione culturale con provocazioni sulle arti figurative. Il disegno cede intanto progressivamente spazio al collage, dove la forte fascinazione iniziale per Max Ernst verrà in lui sempre filtrata attraverso il primigenio sguardo «poetistico» mai abbandonato.
    Nascono così cicli fantastici come i Paesaggi tipografici del Caucaso (1959), lettristici assemblaggi ottenuti smontando giornali in caratteri georgiani, e le splendide illustrazioni per il Giro del mondo in 80 giorni di Verne o per Le straordinarie avventure di Julio Jurenito di Il´ja Erenburg. E ancora, negli anni Sessanta, il bel ciclo dedicato a Franz Kafka (a cui Ripellino abbondantemente attinse per il corredo illustrativo della sua Praga magica), con lo scrittore imprigionato in un reticolo di linee, in un labirinto di lettere, in una trama di catenelle, o confrontato con un padre che fisicamente troppo lo sovrasta, come in quelle incisioni seicentesche che amavano confrontare l´uomo più alto del mondo col nano più basso...
    L´occupazione di Praga dell´agosto del ´68 lo vede, pian piano, forzatamente allontanarsi dalla vita pubblica, fino alla sua definitiva espulsione dal Partito Comunista nel ´70. Per un volume di interviste di Antonin J. Liehm (il futuro fondatore della rivista Lettera internazionale, per vent´anni a Parigi importante piattaforma del dissenso) prepara nel ´68 una serie di caricature di scrittori, tra cui un Milan Kundera dai marcati tratti da pugile. Il volume potrà uscire solo in Francia due anni dopo (con prefazione di Jean-Paul Sartre), ma lo scrittore - che nel ?72 gli avrebbe anche approntato un dettagliato oroscopo (era questa la maniera in cui, all´epoca, Kundera sbarcava il lunario) gli scrive compiaciuto: «sono contento che nei suoi disegni ho un po´ un aspetto da boxeur: sin dall´infanzia è stata sempre la mia più grande ambizione».

    da La Repubblica di GIUSEPPE DIERNA
     
  2. martina72

    martina72 Well-Known Member

  3. pierre

    pierre Well-Known Member

    povero Hoffmaister, qualche immagina se la merita, non vi pare ?

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    Le illustrazioni qui riportate provengono da un libro scritto da HG Wells, sono una tecnica mista; collage e grafica.

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    Adolf Hoffmeister, The Strange World of Max Ernst, 1960, collage

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    Adolf Hoffmeister, La costellazione dei pesci, collage, 1963

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    se poi volete vedere altro segnalo questo sito, molto carino :) :) :)

    http://ajourneyroundmyskull.blogspot.co ... ister.html
     

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