La filmografia ceca

Discussion in 'Cultura' started by martina72, Sep 14, 2009.

  1. martina72

    martina72 Well-Known Member

    L'hai già visto anche tu? Super! :p Sono contenta che posso condividere con te le mie impressioni 8)

    Io aspetto di confrontare questo film con Krysar, sono riuscita a trovare il dvd, mi deve arrivare a giorni 8)
     
  2. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Pierre, perchè hai chiamato la bambolina Ranuncolo? Pommnenka non è il ranuncolo, ma il nontiscordardime. :wink:
     
  3. pierre

    pierre Well-Known Member

    perchè mi sono sbagliato...... :oops: la botanica non è il mio forte......

    Krysar è un altra cosa......molto più coinvolgente e torbido. Questo è molto più delicato.
     
  4. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Finalmente sono riuscita a vedere Spalovač mrtvol (Il crematore) di Juraj Herz, ne ho sentito parlare tanto. Si tratta di un vero capolavoro, sicuramente uno dei migliori film cechi in assoluto.

    http://www.youtube.com/watch?v=3Ebn4lB4Eoo
     
  5. pierre

    pierre Well-Known Member

    ed è uno dei film ceki piu' difficili da commentare. :roll:
    Pensa che e' stato solo il secondo film che Jurai Herz diresse, poi ne fece altri naturalmente.
    Prima di fare il regista di film, Herz si occupava di pupazzi con Svankmajer. Tant'e' vero che Svankmajer lo ha impiegato come attore in qualche suo cortometraggio. Se hai la possibilità, guarda "Byt" (l' appartemento) Herz compare con una bombetta in testa ed un pollo in mano e fa una breve particina. Herz è slovacco anche se ha studiato a Praga. Ritornerò su questo film ho bisogno di rimettere un po' insieme le idee. Film tenebroso, definito commedia nera come genere ma è qualcosa di più.
    Film veramente intrigante !!!!! 8)
     
  6. pierre

    pierre Well-Known Member

    Spalovac mrtvol (titolo originale)
    The Cremator (UK e USA), L’ uomo che bruciava i cadaveri (Italia).
    Data di uscita: 1969.
    Bianco e nero, genere drammatico, durata 95 minuti.
    Regia: Juraj Herz
    Fotografia: Stanislav Milota
    Attori: Karl (Rudolf Hrusínsky), Lakme (la moglie, Vasta Chramostova), Mili (il figlio, Milos Vognic), Zina (la figlia, Jana Stehnova)



    Brevemente la trama. Un uomo di mezz’età Karl Kopfrkingl e’ addetto di un forno crematorio (vorrei ricordare che in Cecoslovacchia la cremazione era diffusissima, circa il 75% della popolazione ricorreva ed ancor oggi utilizza questo tipo di inumazione). Karl ha una famiglia normale, una moglie (con sangue ebraico al 50%) e due figli (quindi con il 25% di sangue ebraico).

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    La loro vita corre apparentemente normale ed è estremamente dignitosa. Karl è convinto di avere un lavoro con un alto contenuto sociale e spirituale; essendo attratto dalla filosofia buddista considera il lavoro svolto come un aiuto che fornisce disinteressatamente ai poveri estinti. Lui, cremandoli, facilita il distacco dell’ anima dal corpo materiale e quindi agevola la trasmigrazione dell’ anima stessa in altre possibili forme di vita. La vita di Karl, oltre questa convinzione che diventa ossessione, è scandita da uno smodato interesse per il sesso femminile. Questo interesse tende a dissimularlo e non riesce a viverlo liberamente. E’ attratto da tutte le donne e non disdegna una visita a cadenza mensile alls casa di tolleranza. Quindi subito si insinua nello spettatore l’ aspetto ipocrita del personaggio. Karl non è una persona aperta, dissimula la sua arroganza con atteggiamenti la falsa modestia e di apparente dolcezza.

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    Entra in contatto, tramite un ex commilitone della prima guerra mondiale, con le idee naziste. Diventa consapevole del problema ebraico e mette a disposizione dell’ ideologia nazi la sua persona prima come informatore poi come tecnico della cremazione. La sete di emergere di Karl diventa sempre più forte e inizia a rendersi conto che la sua famiglia potrebbe diventare un impedimento per la propria carriera. Decide allora di sterminarla, e addolcisce questo suo orrendo crimine con la sensazione che lui stà facendo a loro del bene.
    Curioso il fatto che il partito nazista viene nel film chiamato semplicemente il “Partito”. Questo non piacque ai russi che si diedero molto da fare perchè il film venisse ritirato dalla circolazione.

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    Il film è essenzialmente una proiezione della coscienza distorta del gestore di un forno crematorio, Karl Kopfrkingl (Rudolf Hrusínský). Milota (direttore della fotografia) e Herz (il regista) contribuiscono con le loro immagini ad evocare una continua sensazione di nausea e di terrore che pervade tutto il film. La sceneggiatura è tratta da un romanzo di Ladislav Fuks. La fotografia assume in questo film un importanza incredibile, serve per orchestrare in modo estremamente meticoloso tutta una serie di impressioni che il regista ci vuole comunicare. Faccio soltante qualche esempio, altrimenti vi assicuro che non basterebbero 10 pagine per parlare di questo film.
    Importantissime sono le sequenze iniziali del film, sono costituite da un veloce susseguirsi inquadrature di Karl e della sua famiglia mentre visitano uno zoo. Queste serie di veloci sequenze ci rendono partecipi che stiamo per entrare nella mente di un individuo squilibrato.
    Per esempio, la ripresa molto ravvicinata del volto di Karl in contrapposizione con gli occhi di un leopardo e poi di un serpente con la sua lingua saettante ci fornisce l’ indizio che Karl cela sotto un aspetto apparentemente innocuo un qualcosa di animalesco. Sempre all’ inizio del film c’e’ una altra sequenza interessante: i figli sono posizionati a lato di una gabbia, le sbarre della gabbia e i genitori, entrambi in primo piano, sono a fuoco mentre i figli no. A causa della prospettiva della ripresa, si ha l’ impressione che i ragazzi siano prigionieri nella gabbia mentre Karl tranquillamente dice: ”Venite figli ! Le gabbie sono fatte per gli animali” Questa astuta ed ambigua ripresa fa’ presagire che Karl e la sua famiglia sarànno intrappolati all’ interno di gabbie esistenziali in un futuro molto prossimo.
    Altro interessante espediente fotografico è l’ utilizzo di una lente deformante che si chiama “fish-eye”. Le immagini acquisite con questo mezzo assumono un aspetto convesso e distorto. Immagini di questo tipo sono utilizzate quando si vuole sottolineare la natura distorta dello stato mentale di Karl oppure il suo squilibrato rapporto familiare.
    Altro accorgimento tecnico utilizzato sono le riprese in primo piano o le riprese di particolari, specialmente del corpo umano, (occhi e/o mani del protagonista). Solitamente questi primi piani arrivano all’ improvviso, pare che vogliano distruggere la sequenza appena trascorsa per attirare nuovamente l’ attenzione dello spettatore su qualche aspetto meno convenzionale del personaggio Karl.

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    Inoltre Herz e Milota, utilizzano durante il film improvvisi cambi di immagine o di sequenza; questi cambi svolgono un ruolo importante nella conduzione della pellicola perché permettono agli spettatori di calarsi dentro la coscienza di Karl. Per esempio, quando Karl deve scegliere qualche quadro da appendere in casa, appaiono sullo schermo brevissime immagini di donne nude. Questo permette agli spettatori di essere consapevoli che Karl e’ attratto da queste immagini piuttosto che da quella litografia in puro stile vittoriano che comprerà e che appenderà nel suo grande bagno di casa.
    Altro modo efficace di usare questi mezzi tecnici si ha quando Karl identifica i suoi collaboratori come nemici del Reich. Ogni volta che i collega viene nominato, un fotogramma rivela volto dell’ individuo (insomma una specie di foto segnaletica). Questo induce nello spettatore la consapevolezza che stà dentro i pensieri di Karl e li vive.

    Nel film poi ci sono improvvisi zoom che hanno la funzione di focalizzare quello che Karl stà pensando o quello che attrae la sua attenzione, una serie di queste riprese sono evidenziate quando l’ intera famiglia va a visitare il Museo delle cere.
    Per cui il film è pervaso da un incredibile ricchezza di mezzi tecnici che hanno la funzione di accompagnare chi guarda a meglio comprendere la mente del protagonista. Potrebbe venir in mente di pensare che questi mezzi possano creare un eccessiva frammentazione nel tessuto narrativo del film ma vi assicuro che non e’ così, questo linguaggio filmico estremamente dinamico e variegato e’ essenziale per condurre in porto l’ intera disamina della storia e del personaggio Karl.
    Credo che sia uno dei pochi film ceki che abbia impiegato una così ricca varietà di strumenti fotografici e con così profonda bravura, al presente non ne ricordo altri. Mi rendo conto di essermi soffermato molto sull’ aspetto tecnico del film ma credo fosse necessario parlarne almeno un po’. Tale ricchezza non è comune.
    La trama nel suo svolgimento merita di essere approfondita e discussa però mi aspetto qualche aiuto esterno. :D :roll: :D

    Non mi stancherò mai di sottolineare la magistrale interpretazione di Rudolf Hrusinsky nella parte di Karl. Assolutamente splendida :shock: Hrusinsky è uno degli attori piu' famosi in Rep Ceca, da noi e' quasi uno sconosciuto anche se ha partecipato a qualche film italiano.
    Tanto per ricordare, Hrusinsky ha lavorato in due film italiani "La Valle di Pietra "di Maurizio Zaccaro e "La Piovra 6 – L'Ultimo Segreto" di Luigi Perelli, tutti e due girati nel1992).



    Un ultima notizia, sul web ho trovato che e’ possibile trovare i sottotitoli in italiano di questo film, provate un po’ qui
    http://www.opensubtitles.org/en/search2 ... vac+Mrtvol)
     
  7. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Pierre, mi hai dato una notizia interessantissima!! Non sapevo che Hrusinsky ha partecipato ai film italiani e in particolare ad un film sceneggiato da Ermanno Olmi!! Lo devo asolutamente trovare.

    Mi sto preparando a scrivere anch'io di Spalovac mrtvol, non è facile perchè il film è complesso e io non sono capace come te. Il tuo post è davvero esauriente e molto interessante. Comunque ci proverò, è un film che mi ha colpito moltissimo. A presto 8)
     
  8. pierre

    pierre Well-Known Member

    concordo non e' un film per niente facile. E' ricchissimo di riferimenti e di situazioni degne di essere commentate. Sono sicuro che te la caverai benissimo.
    Per il resto pensavo di organizzare (moderatori permettendo) delle sedute spiritiche per aumentare un minimo "l' audience". Che dici ? Ti piace l' idea ?
     
  9. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Tu pensi che servirebbe qualcosa visto che neanche con il signor Kopfrkingl ci siamo riusciti??
     
  10. pierre

    pierre Well-Known Member

    ho molta fiducia nell' aldilà......... 8)
     
  11. Ciao Martina, ciao Pierre, non vi ho abbandonato... come sempre, leggervi è un piacere e molto interessante, volevo venirvi in aiuto dal punto di vista informatico, i video da "youtube" si possono scaricare grazie ad un programmino che potete trovate quì: http://atube-catcher.dsnetwb.com/get-vi ... sione.html,
    leggete attentamente i passi dell'installazione (scegliendo quella costum e togliete la spunta per evitare l'istallazione della barra di ricerca di ask (fastidiosa + che altro).
    Una volta installato ed avviato il programma potete copiare l'indirizzo del filmato che vi interessa, scegliere il formato (es. avi) scegliere la cartella di destinazione e via.... + o - velocemente avrete il filmato in questione sul vostro PC.
    Prendendo ad esempio i 6 spezzoni del film di animazione di cui sopra, potrete averli così sul Vs Hard Disk, vederli senza problemi di scatti o blocchi, come nel tuo caso Martina, inoltre con un altro programma (tipo Nero) potete riunirli in un unico file senza alcuna interruzione o meglio potete trasformare il video in un vero e proprio DVD.
    Sono a VS disposizione per aiutarvi a realizzarlo....
    un mega saluto a presto. :wink:
     
  12. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Grazie, penso che potrebbe essermi molto utile! Eventualmente ti contatterò.
    A presto
    M.
     
  13. martina72

    martina72 Well-Known Member



    Eccomi 8)

    Ammetto che sono pochi i film che riescono a tenermi incollata allo schermo dall’inizio alla fine. Con Spalovac mrtvol ho capito già dai titoli di testa che si trattava di un film estremamente interessante e praticamente non mi sono persa un secondo della pellicola. Mi aspettavo un film importante anche se ero un po’ scettica perche’ lo pensavo datato e poi non siamo più tanto abituati al bianco nero. Ma, già dalle prime sequenze sono rimasta colpita dalla grande forza espressiva delle sequenze dei titoli di testa e direi anche dalla “modernità” delle riprese. La tensione che il film riesce a suscitare è incredibile, si sente subito la sottile perfidia del protagonista e fin dall’ inizio cominciamo a sospettare che sotto la sua imperturbabile maschera di bontà si possa nascondere un mostro.
    Lui, apparentemente è un uomo estremamente gentile, cordiale, educato, si rivolge agli altri con parole esageratamente sdolcinate. Alla moglie si rivolge con gli aggettivi “incantevole, divina”, i suoi figli sono “teneri, divini”, la sua casa è “perfetta, come il paradiso”, anche la gatta è meravigliosa, e si rivolge alle carpe che stanno per mangiare dicendogli: “le nostre care carpe”. Con questo atteggiamento lui vuole nascondere la sua vera natura, le sue ossessioni. Ogni sua parola ed azione è freddamente premeditata e giustificata. Lui vuole sempre di più raggiungere un grande successo e trova nella diabolica filosofia nazista il mezzo: riuscire a cremare il maggior numero di persone possibile ovvero l’ invenzione di un forno crematorio di massa.
    L’interpretazione del grande Rudolf Hrusinsky è stupefacente. Ha saputo fondere alla perfezione l’ innocua parvenza del’ apparente ed immensa gentilezza con la pericolosità di una mente deviata.
    Anche gli altri attori sono bravi, ma il loro ruolo è più che altro di contorno, i loro personaggi sembrano solo far parte di uno morboso gioco dove Karel Kopfrkingl e’ il burattinaio che tira i fili.
     
  14. pierre

    pierre Well-Known Member

    Prima di tutto un ringraziamento a Pietrodistefano per il suo aiuto. Ci sarà molto utile.

    Vorrei sottolineare ancora un aspetto del secondo me non trascurabile.
    Durante lo svolgersi del film una misteriosa donna vestita di nero compare e guarda Karl in maniera enigmatica, mi pare che sorrida solo una volta. L’ ho interpretata come un allegoria della coscienza di Karl e sembra che questa misteriosa figura cerchi di offrirgli una via di salvezza dalla sua impietosa scelta di vita. Ma ormai l’ insensibilità verso la morte da parte di Karl ha raggiunto livelli non piu’ controllabili e sempre più destinati a manifestarsi in tutta la loro drammaticità. La fame di successo, l’ abitudine alla morte e la sua celebrazione come un continuo evolversi della vita permette a Karl di deviare il suo senso della morale e da solo decide il destino della moglie e dei figli e di innalzarsi a giudice supremo. Insomma la sua follia ha ormai percorso tutti gli stadi ed è ormai totale
    Questa insensibilità non si manifesta sono con Lakmé, Mili e Zina che sono ebrei e quindi destinati ad essere eliminati da parte dell’ ideologia nazista durante l’ Olocausto che stà per concretizzarsi, ma si riscontra anche quando trova il cadavere impiccato dell’ inserviente del Crematorio che non ha resistito allo strass di questo lavoro (l’ attore del personaggio di Dvorak e’ Jiri Menzel, che non disdegna queste apparizioni da attore di supporto, questa partecipazione di altri registi come comparsa nei film di colleghi era pratica comune nel cinema cecoslovacco).
     
  15. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Pierre, sto pensando che ora ci vorrebbe qualche commedia :wink:
    Conosci "S tebou mě baví svět" di Marie Poledňáková?
    E' vero che è un film di consumo, una commedia leggera, ma molto molto divertente!
     
  16. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Va bene, racconto io 8)

    S tebou mě baví svět (Con te il mondo mi diverte)
    di Marie Poledňáková, 1982
    in ceco, sottotitoli inglesi

    Tre stimati professionisti, padri di famiglia e amici per la pelle, hanno abitudine di "staccare" una volta all'anno dagli impegni famigliari e passare una settimana in montagna. Ma questa volta le loro mogli si sono coalizzate e li lasciano partire solo alla condizione di portarsi dietro i figlioletti. La vacanza diventa così una specie di suola materna in montagna, piena di situazioni comiche dovute alla poca esperienza dei tre uomini con i pannolini, i capricci e vivacità infantili, ma alla fine se la cavano, anche perchè la fantasia non gli manca. Purtroppo le tre mamme non resistono e decidono di fare una improvvisa visita "di controllo" :)

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  17. pierre

    pierre Well-Known Member

    Hai fatto bene a parlare di un film commedia, i ceki prediligono molto questo genere di film e la loro produzione e' molto ricca. Non ne ho viste molte perchè spesso le edizioni di questo genere di film non hanno i sottotitoli e quindi sono un pò tagliato fuori però qualcheduna ho avuto modo di vederla.
    Sono sicuro che non te lo aspetti ma questo film lo conosco !!!! Non ho visto molte commedie ma questa si, e' parecchio famosa ed è molto amata dai ceki. :lol:
    C'e' una scena esilarante (fra le tante) che mi ha fatto morire, un giorno i padri (quello in cui le madri ad insaputa dei mariti vanno a fare loro una visita di sorpresa....) decidono di far giocare a bimbi a nascondino mentre loro si riposano o giocano a carte (non ricordo piu' bene) dopo una settimana di tribolazioni con quella massa di bimbi scalmanati. Il piccolino, all' incirca 16 mesi di età, mimetizzato con un fascio di rametti di pino, vaga da solo nella neve molto lontano dalla casa con grande rischio per la sua incolumità. Questo fatto innesca una lite tremenda fra le mogli e i mariti e si arriva a delle separazioni vere e proprie che poi naturalmente saranno ricomposte.
    Ci sono altre scene incredibilmente comiche, mi ricordo quella di una bimbetta che deve fare i suoi bisognini durante un escursione...sono nella neve.... il padre non ha con se carta igenica e come mezzo igenicò gli offre una manata di aghi di abete..... :shock:
    Ci sono molti altri passaggi allegri e divertenti per ora però mi vengono in mente questi due.
     
  18. martina72

    martina72 Well-Known Member

    hahaha :D :D non è che il bimbo vagava, lo avevano "parcheggiato" sotto un pino in mezzo al bosco :)
    La mamma, mentre risaliva il sentiero sentiva dei versi e così l'ha trovato.


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    L'altra scena super divertente era quella del bagnetto collettivo. Mettevano tutti i bambini in fila nelle bacinelle e li bagnavano con l'acqua. Uno dei padri dice: Vedi Barborka, anch'io sono bravo a lavarti come la mamma! E lei piangnucolando: Sì, però la mamma, prima di farmi il bagnetto, mi toglie le scarpine! :p :p
     
  19. pierre

    pierre Well-Known Member

    si si, e' vero, ora mi viene in mente :D quella del bagnetto collettivo e' veramente una grande trovata con una comicità potente :lol: .
    Ora mi hai fatto venire in mente anche altre scene, quella della cena serale con questi bambinelli che dovevano mangiare intrugli mica troppo sani, poi la lotta per la messa a letto di tutta la truppa minorile.
    Questo film e' divertente perchè ti fa apprezzare che mediante la simulazione del gioco riesci a far fare a tutti i piccoli anche quelle cose che loro di solito non amano molto. Un riconoscimento va fatto agli attori bambini, erano veramente bravi, recitavano il loro ruolo naturalmente e sembrava che si divertissero moltissimo a fare questo film.
     
  20. pierre

    pierre Well-Known Member

    LA CITTA' DEL SOLE OVVERO GLI EROI DELLA CLASSE OPERAIA
    di Martin Sulik (2005)
    (Slunecni stat aneb Hrdinove Delnicke tridy)

    Sceneggiatura : Marek Lescak, Martin Sulík.
    Fotografia : Martin Strba.
    Interpreti / Cast: Oldrich Navratil, Lubos Kostelný, Igor Bares, Ivan Martinka, Anna Conová, Petra Spalková, Anna Siskova, Lucie Zackova, Alice Nellis.

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    "Un film vero sulla gente vera.", cosi è stata definita da un critico la commedia drammatica di Martin Sulik.
    I protagonisti sono quattro operai (Karel, Vinco, Tomas e Milan) di una comunità mista ceco-slovacca di Ostrava (Moravia del Nord) che perdono il lavoro. Nella vita privata le cose non vanno certo meglio: Karel deve prendersi cura delle tre figlie, dopo l’incidente della moglie; Milan, divorziato e irascibile, sta cercando di salvare il figlio adolescente dalla brutta china in cui sta scivolando; Tomas, persona piuttosto instabile, non riesce a reggere i rapporti con una moglie troppo energica; Vinco, donnaiolo nato, cerca in tutti i modi di rimanere fedele alla sua nuova ragazza, Eva e il tutto avviene sotto l’ ombra di una povertà che incombe.

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    Non volendo andare in disoccupazione, trovano i fondi necessari per comprare un camion per fare dei traslochi, con cui avranno la possibilità di cominciare una nuova attività lavorativa. Ma il camion viene rubato.
    Tutti questi eventi influenzeranno la loro vita professionale e la loro amicizia
    "Durante questi ultimi dieci anni, le cose che ci circondano sono molto cambiate e la gente non sa più orientarsi nel suo ambiente come una volta. Questo film tratta del loro malessere", ha commentato Sulik a proposito del film di cui è anche co-sceneggiatore.
    La tematica della perdita del lavoro e di trovarsi disoccupati è nuova oltre che nel panorama filmico ceco-slovacco anche nella vita reale della gente, durante il comunismo era impossibile perdere il lavoro ed era anche illegale essere disoccupati.
    Il riferimento alla Città del Sole è forse un tributo alla più conosciuta delle opera di Tommaso Campanella, religioso e filosofo che passò moltissimi anni nelle carceri dell’ Inquisizione italiana per sospetta eresia nel 1600. Per il Campanella la Città del Sole era un luogo utopico che avrebbe dovuto essere la città ideale per un qualsiasi essere umano. Quindi nel film di Sulik questo riferimento potrebbe essere una critica ironica alla nuova epoca storica che si stà affacciando in Repubblica Ceca e che si manifesta non con le aspettative che la gente si era attesa.
    Lo sguardo del regista è gettato sul collasso dell’ economia post-comunista, sul grosso sconvolgimento nella vita della stragrande maggioranza delle persone che bene male erano abituate a vivere con delle certezze che in pochi anni si sgretolarono e li obbligarono a ripensare e inventare nuovi modelli di vita. Questo disgregarsi del tessuto produttivo e sottolineato dall’ ambientazione scenografica del film che spesso si sofferma sulle fabbriche chiuse e la decadenza della periferia di Ostrava
    “La città del sole” è uscito in Repubblica Ceca il 19 aprile 2005 a Ostrava, la scelta di rappresentare la storia ad Ostrava (cuore industriale della ex Cecoslovacchia) non è casuale; questa città può essere considerata una città di confine dove convergono moltissimi slovacchi e anche polacchi data la sua vicinanza al confine con le due nazioni. L’ esistenza e la normale coabitazione fra slovacchi e ceki è sottolineato da Sulik che probabilmente vuol evidenziare che nonostante la divisione politica del 1993 più sono le cose che uniscono di quelle che dividono le due popolazioni.
    Pare che il dialogo recitato del film sia nel dialetto di questa zona, questa particolarità me la sono persa e mi limito a riferire solo quello che mi hanno riportato.

    Martin Sulik


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    Martin Sulik (1962) si è diplomato in regia cinematografica e televisiva presso l'Accademia delle Arti VSMU di Bratislava (1981-1986).
    Nel 1991 debutta alla regia con il lungometraggio Neha, la cui sceneggiatura scrive insieme a Ondrej Sulaj e che diverrà uno dei suoi più stretti collaboratori.
    Il successivo film Zahrada vince il festival di Karlove Vary del 1995
    Oltre a Sulaj, Sulik lavora spesso con la fotografia di M. Strba, le musiche del compositore V. Godar e le illustrazione di F. Liptak.
    Nel 2005 gira Slnecny stat, coproduzione ceca- slovacca, al momento il suo ultimo lungometraggio di fiction.
    Due pellicole di Sulík, “Krajinka” e “Slnecny stat”, sono stati scelti per le nomine dei film candidati al premio Oscar.



    Filmografia

    1991 Neha (Tenerezza)

    1992 - Všetko čo mám rád (Tutto quello che amo)

    1995 - Záhrada (Il giardino)

    1997 - Orbis Pictus

    2000 - Krajinka (Paesaggio)

    2002 Klíč k určovaní trpaslíků aneb Poslední cesta Lemuela Gullivera [la chiave per accertare i nani ovvero L'ultimo viaggio di Lemuel Gulliver]

    2005 - Sluneční stát aneb hrdinové dělnické třídy (La città del sole ovvero gli eroi della classe operai )

    2007 Martin Slivka - muž, ktorý sadil stromy [Martin Slivka- L'uomo che piantava gli alberi]

    2009 - Zlatá šedesátá
     

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