La filmografia ceca

Discussion in 'Cultura' started by martina72, Sep 14, 2009.

  1. Ciao Pierre, rispondo alla tua domanda postata un po' di tempo fa su di un libro di letteratura ceca.... (anche se mi rendo conto che l'argomento è fuori topic)
    Allora il titolo del libro è "Le Letterature Ceca e Slovacca (con profilo della letteratura Serbolusaziana) di Bruno Meriggi ed. Sansoni/Accademia, e bada bene... finito di stampare nel 1968, il libro fa parte della collana "Le letterature del mondo".
    Per quanto riguarda invece i libri che ho trovato per lo studio della lingua ceca, e credimi, negli anni novanta, è stata una vera impresa trovarli..., sono sostanzialmente tre: 1°) Grammatica Ceca" di Alena Wildova Tosi, ed. Bulzoni (1990) 2°)"Chcete mluvit cesky? - Volete parlare ceco?" di Elga Cechova (1994) - con allegate due "precolombiane" audio-cassette e 3°) "Corso estivo di linqua ceca per italiani" (credo del 1995).
    Spero di essere stato utile.
     
  2. pierre

    pierre Well-Known Member

    Ciao Pietro, grazie per la tua risposta.
    La storia della letteratura che hai è quanto di meglio ci sia in circolazione; Meriggi ha anche curato la traduzioni di romanzi ceki; al momento mi viene in mente "La guerra delle salamandre" di Capek che è stato appena ripubblicato dalla UTET e "Il buon soldato Švejk" .
    Conosco anche "Chcete mluvit cesky? - Volete parlare ceco?", l' ho ma senza le antidiluviane cassette che mai mi riuscì di trovare all' epoca.
    Sei stato utilissimo, grazie e a presto.
     
  3. pierre

    pierre Well-Known Member

    Ho notato che quasi tutti i film dei quali abbiamo parlato in questo forum hanno avuto problemi con la censura.
    La scelta dei film descritti che abbiamo fatto è stata casuale e determinata soltanto dall’ interesse che la visione di un film ha suscitato in noi e dalla reperibilità e disponibilità dei dvd.
    Premesso questo ci rendiamo conto che il problema “censura” non era così innocuo in Cecoslovacchia. Questo mi ha portato a fare una piccola e preliminare indagine sui film censurati. Non è una ricerca facile, è abbastanza noiosa e difficile da realizzare. Però qualche risultato ho incominciato ad averlo e vorrei condividerlo in questa sezione.

    In tutti i paesi oltrecortina, poiché i film erano finanziati con denaro pubblico, degli uffici appositi esercitavano un controllo sulla sceneggiatura dei film di animazione come su quelli cosiddetti “live action”. Avere il via libera da questi uffici comportava il finanziamento del film stesso; parere negativo significava nessun contributo statale e quindi nessuna possibilità di girare il film.
    Questo era la prima forma di censura che doveva essere superata. Questo spesso determinava una sorta di autocensura stessa; chi voleva i finanziamenti per fare un film sapeva quello che doveva e poteva sceneggiare. Esisteva poi la censura a posteriori che visionava il prodotto e dava una sorta di via libera al film stesso, questo non era una liberatoria ancora definitiva perché giudizi negativi da parte dell’ apparato politico e della nomenclatura potevano portare ancora al blocco del film anche se questo aveva superato i primi due stadi che abbiamo citato.
    In due decadi di produzione filmica ceka circa avrei trovato questi film, sono certo che la mia lista non sia per nulla esaustiva, probabilmente ho perso altri film.
    Questo vuol essere solo un inizio per cercare di dimensionare il fenomeno.

    Film Ceki censurati

    Chceme žít (1949) Dir. E. F. Burian.
    Daleká cesta (1950) Dir. Alfred Radok.
    Není stale zamraceno (1950) Dir. Vijteck Jasný & Karel Kachyna.
    Divotvorný klobouk (1953) Dir. Alfred Radok.
    Stríbrný vítr (1954) Dir. Václav Krška.
    Muj prítel Fabian (1954) Dir. Jiri Weiss.
    Zde jsou lvi (1958) Dir. Václav Krška.
    Tri prání (1958) Dir. Ján Kádar & Elmar Klos.
    Konec Jasnovdce (1958) Dir. Vladimír Svitácek.
    Probuzení (1959) Dir. Jiri Krejcík.
    Velká samota (1959) Dir. Ladislav Helge.
    U stropu je pytel blech (1962) Dir. Vera Chytilová.
    Slnko v sieti (1962) Dir. Štefan Uher.
    Postava k podpírání (1963) Dir. Pavel Jurácek y Jan Schmidt.
    Oslavnosty a hostech (1966) Dir. Jan Nemec.
    Konec srpna v hotelu Ozón (1966) Dir. Jan Schmidt.
    Sedmý den, osmá noc (1967) Dir. Evald Schorm.
    Horí, ma panenko! (1967) Dir. Miloš Forman.
    Všichni dobri rodáci (1968-69) Dir. Vojtech Jasný.
    Smešný pán (1969) Dir. Karel Kachyna.
    Prípad pro zacínajícího kata (1969) Dir. Pavel Jurácek.
    Skrivánci na niti (1969) Dir. Jirí Menzel.
    Konec faráre (1969) Dir. Evald Schorm.
    Pasták (1969) Dir. Hynek Bocan.
    Nudná nedele (1969) Dir. Drahomíra Vihanova.
    Ucho (1970) Dir. Karel Kachyna.
    Hlídac (1970) Dir. Ivan Renc.
    Psi a lidé (1970) Dir. Evald Schorm & Vojtech Jasný.
    Nahota (1970) Dir. Váklav Matejka.
     
  4. Ulisse

    Ulisse Well-Known Member

    Ciao Pietro. Noto che anche tu hai del materiale per lo studio del ceco. In particolare, il libro di grammatica e "Chcete mluvit cesky" li ho anche io. Il primo è molto complesso e non adatto per tutti, il secondo più adatto ai principianti. Inoltre ho anche i DVD allegati al libro. All'epoca in cui lo comprai io le "precolombiane" cassette erano state sostituite da più moderni CD.
    Tu studi ancora il ceco? A che livello sei? Hai provato qualche volta a fare qualche corso visto che, essendo tu di Roma, hai la fortuna di averne in città?
    Se vuoi rispondermi credo sia meglio farlo tramite messaggio privato. Non vorrei creare troppo scompiglio con questi interventi fuori tema su questo topic.
     
  5. pierre

    pierre Well-Known Member

    Ancora qualche cenno sulla censura.


    Siccome sono un poco patito di animazione conosco qualcosa sui problemi che Jan Svankmajer ha avuto con la censura. Abbiamo detto nei post precedenti che Svankmajer era un militante surrealista e questo già lo poneva parecchio in sospetto all’ occhio delle autorità. Nel periodo che va dal 1964 al 1973 girò una quindicina di cortometraggi che furono spesso premiati in manifestazioni svoltesi in varie nazioni europee e che ottennero apprezzamenti dalla critica internazionale. Questo non era però abbastanza per poter lavorare tranquillamente nel suo paese. Le autorità giudicarono i suoi filmati come “individualisti” e “pessimisti” e quindi Svankmajer fu allontanato dagli studios e gli fu permesso di lavorare solo come creatore di marionette nel teatro a loro dedicato e come pittore e collagista. Dopo qualche tempo di limbo Svenkmajer fu reintegrato negli studios.
    Nel 1982, Svankmajer produsse e girò un filmato di 12 minuti, “Dimensione o possibilità di dialogo” che fu premiato con l’ ORSO d’ ORO al Festival di Berlino. Il governo ceko, saputo del riconoscimento, chiese che il film fosse ritirato dalla manifestazione. Il comitato organizzatore rifiutò ed inviò il filmato alla Concorso di Annecy, dove il filmato vinse nuovamente il Primo Premio. Ovviamente la conseguenza fu che Svankmajer venne nuovamente escluso dagli studios. La fama che si era creata attorno questo cineasta non tardò a suscitare l’ interesse di altri autori che si occupavano di animazione. I fratelli Quay e il loro produttore Keith Griffit incontrarono Svankmajer e dai loro colloqui prese piede la possibilità di finalmente girare il film “Alice nel paese delle Meraviglie” che da anni era una grossa ambizione di Svankmajer. Il finanziamento per questo film in 35 mm arrivarono dall’ emittente inglese Canale 4, che all’ epoca era il maggiore sponsor dei fratelli Quay, da una TV tedesca e da investitori privati. Successivamente i finanziatori dovettero inventare il modo di poter far lavorare Svankmajer a questo progetto senza interferenze da parte delle autorità. Affermarono che Svankmajer avrebbe girato un programma dal titolo “Demistificazione del Tempo e dello Spazio” anche se in realtà avrebbe finalmente fatto il film “Alice nel paese delle Meraviglie”. La lavorazione durò due anni, alla proiezione di prova le autorità insorsero allorché si resero conto di essere stati turlupinate, ma i tempi stavano ormai cambiando, si avvicinava la “perestroika” e questo mix di condizioni ambientali e l’ ingresso di una notevole quantità di valuta straniera ammorbidirono le posizioni governative.
     
  6. martina72

    martina72 Well-Known Member

  7. pierre

    pierre Well-Known Member

    Non sono, ad ora, riuscito a vedere tutti I film censurati che sono contenuti nella lista; posso descriverne solo alcuni.


    Horí, ma panenko! (1967)

    Genere del film: commedia

    Regista: M.Forman

    Epoche degli interventi censori: 1967-1968, 1973, 1989

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    TRAMA:
    Il film fu iniziato nell’ era Dubcek, quindi in un momento di liberalizzazione intellettuale e fu girato senza l’ utilizzo di attori professionisti.
    La storia è semplice, parla di una festa di ballo organizzata dal locale corpo dei Vigili del Fuoco di un villaggio.
    Inseriti nella festa sono presenti anche due eventi che dovrebbero dare lustro all’ evento: una lotteria e la nomina di una reginetta di bellezza della festa.
    Nel corso della festa insorgono una marea di problemi:
    - cominciano ad essere rubati i premi piu’ belli della lotteria (in realtà erano premi poveri, una bottiglia di cognac, dolcetti, salumi);
    - nessuna bella ragazza vuole partecipare al concorso di bellezza, si presentano solo delle racchione;
    - iniziano delle manovre di piccola corruzione da parte di un padre per far vincere il concorso alla figlia, ahimè assai poco piacente “.

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    I poveri organizzatori della festa quindi si trovano a dover affrontare questi inaspettati eventi e devono cercare di risolverli nel migliore dei modi. Ovviamente tutti i loro sforzi ottengono i risultati opposti e la serata evolve in un atmosfera sempre più da farsa. L’ apice della disorganizzazione viene raggiunto quando va a fuoco la casa dell’ ex capo dei Vigili del Fuoco, qui la completa incapacità regna sovrana e l’ incendio divora tutto l’ edificio e il povero vecchio rimane solo all’ aperto con il suo letto.

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    Naturalmente ci sono molte altre scene ironiche che non elenco ma tutto contribuisce a formare un insieme incredibilmente graffiante e volendo allegorico di quell’ epoca.
    Non credo che questo film debba essere troppo letto come una satira contro il comunismo, a me piace vederlo come espressione della gente che reagiva ad esso. I salari erano bassi a quell’ epoca ed era pratica comune che ognuno cercasse di appropriarsi di tutto quello che riusciva a trovare.
    Naturalmente la disorganizzazione che regna sovrana può essere un allegoria del regime ma bisogna riconoscere che i Vigili del Fuoco fanno di tutto e con buona volontà di per la migliore riuscita della festa ma cozzano contro l’ imprevedibilità ed egoismi di tutti i tipi che i frequentatori del ballo contribuiscono a creare e a mettere in mostra.
    Quindi la loro buonafede non è messa in dubbio, naturalmente non esiste una versione in italiano del film; si può trovare dvd in ceko con sottotitoli in italiano.

    Motivazione della censura:
    Il Partito Comunista non voleva censurare il film con un intervento diretto, cercò allora di mettere in piedi un “pretesto” di provenienza pubblica per poter agire. Dapprima cercò di coinvolgere gli abitanti del villaggio dove il film fu girato. Fu organizzata una proiezione pubblica ma gli abitanti del villaggio si dichiararono favorevoli al film. Allora il presidente Novotny convinse il sindacato dei Vigili del Fuoco a protestare; naturalmente questo accettò e il film fu messo al bando. Fu ridistribuito, nel 1968 ma la nomination per l’ Oscar lo portò ad essere nuovamente messo al bando. Nel 1973 fu dichiarato film proibito per sempre.
    Il film potè essere nuovamente distribuito soltanto nel 1989, poco prima della “Rivoluzione di velluto” e nell’ epoca della disgregazione del sistema sovietico.


    Una notizia aggiuntiva e poi finisco di rompere; questo film era stato commissionato da Carlo Ponti; poi il blocco da parte della censura fece si che Ponti non volle più finanziarlo. Questo mise nei guai Milos Forman che rischiò di essere denunciato dalle autorità cecoslovacche come persona che si era appropriata di soldi pubblici a fini personali. Forman si salvò perché intervennero dei finanziatori francesi a sostituire il mancato impegno finanziario del Ponti.
     
  8. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Ciao Pierre :p
    Non ho ancora visto questo film ma il tuo post mi ha fatto venire voglia di vederlo!

    Io ho letto un’ intervista con il regista Juraj Jakubisko dove racconta la sua esperienza con la censura. Secondo me è troppo interessante, vi scriverò il riassunto:

    “Quando facevamo il cinema, nel periodo fino al’66-’67, sotto il titolo di ogni film c’era un numero, cinque o sei cifre: era il numero della censura, che attestava che il film aveva ottenuto il permesso oppure no.
    Il meccanismo della censura funzionava per lo più così: arrivava un signore, un funzionario addetto, era da solo, si metteva a vedere il film, iniziava la proiezione, lui stava lì con un timbro e col taccuino per gli appunti, certe cose erano approvate altre no. Mi ricordo come tutti quelli della direzione artistica gli giravano intorno, gli portavano un caffè, un po’ di vodka….poi ancora un po’ di vodka..per farselo amico. La cosa importante era ottenere quel timbro, affinchè il film potesse uscire, altrimenti iniziavano le rogne, bisognava aggiustare delle scene ecc.
    Nacque così un uso particolare, che noi chiamavamo “cagnolino bianco”. Gli autori inserivano nel film qualcosa davvero marchiano, per esempio una donna nuda, un appunto chiaramente politico, insomma una cosa che non sarebbe passata mai e poi mai. Il funzionario diceva: “Bene, questo film lo approvo, ma quella scena deve essere tolta”. E noi non potevamo che essere contenti perché il film sarebbe stato proiettato. Con cosidetti “cagnolini bianchi” distraevamo l’attenzione dalle cose cui davvero tenevamo.

    Nel periodo della Primavera di Praga si diceva che avrebbero abolito la censura. Ci fu un periodo di apertura, ma naturalmente dopo ’68 la situazione si fece di nuovo pesante. Mi cacciarono dal cinema di fiction e alla fine mi misero a fare i cortometraggi e documentari ( Nota: al regista, che nel 1970 stava lavorando al film Dovidenia v pekle, priatielia/ Arrivederci all’inferno, amici, la cui lavorazione fu interrotta a causa di censura per poi terminarlo con alcune modifiche nel 1990, praticamente venne impedito lavorare per circa 10 anni)

    In seguito iniziarono a succedere le cose molto spiacevoli. Ricordo che venni insultato durante le riunioni con frasi tipo: “Quello è un anti-comunista, un anti-socialista, un traditore!” La gente iniziò a girarmi le spalle, avevo smesso di esistere. All’improvviso sentivo un vuoto antorno. Queste erano le cose difficili da sopportare, perché la gente inizia a temere per la propria esistenza. Quel timore ci perseguitò per tanto tempo, e introdusse un nuovo tipo di censura, che prima non conoscevamo. Furono fatte circolare le istruzioni precise: se fosse stato realizzato un film sbagliato, l’avrebbero pagata il direttore della produzione, il responsabile della sceneggiatura. Le persone iniziarono ad avere la paura: “Juraj, non puoi scrivere le cose del genere, ti prego, io ho figli, ho una moglie…” Nacque così l’autocensura. Nelle proiezioni di prova, i responsabili radunavano amici, familiari, gli autisti, e si guardava il film tutti insieme e ci si chiedeva, ci si scervellava su cosa si sarebbe dovuto togliere per non creare i fastidi. E sorgevano così dei casi assurdi, da non credere. Mentre giravo “Postav dom, zasad strom” (costruisci una casa, pianta un albero, 1979) mi fermarono e mi dissero che dovevo togliere una scena perché un ministro si era lamentato. In quella scena non c’era niente, solo due persone che parlano, il testo era innocuo. Andai da questo ministro che mi disse: “Il testo non c’entra niente, ma cos’hanno dietro quei due?” “Un muro” “E cosa c’è sul muro?” “Mah, mi sembra un quadro con l’immagine di un piccolo villaggio…” “Bravo, compagno, te lo ricordi bene, eh? Al centro di quel piccolo villaggio c’è una chiesa e sulla chiesa c’è una croce! Chissà cosa si immagineranno i nostri nemici, questo genere di cose non ce le possiamo permettere!”
    Allo stesso modo non si potevano mettere nei film calendari con la data 21 in evidenza, perché sarebbe stato un riferimento al 21 agosto, giorno dell’invasione dei russi. All’improvviso iniziarono a censurare le cose più improbabili.

    Fummo costretti a sopravvivere nell’umiliazione. Alcuni furono bollati come “traditori” e messi sulla lista nera. Anche il mio nome c’era. I procedimenti punitivi verso gli oppositori però non si limitavano alle persone incriminate, ma erano ampliati alle loro famiglie. Così mia moglie Dana perse il posto a teatro, e anche sua madre fu discriminata. Non potevi nemmeno dire: “Almeno pagherò io, per i miei atti”. Sapere che possono essere colpiti i tuoi cari ti mette adosso un terrore speciale.

    Fonte: Disertori e nomadi, Il cinema di Juraj Jakubisko, Alpe Adria Cinema 2005
     
  9. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Dovidenia v pekle, priatiela
    Arrivederci all'inferno, amici
    Cecoslovacchia-Italia, 1970-1990
    di Juraj Jakubisko

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    Una storia bizzarra, piena di simboli surrealisti, in polemica con Dio e giustizia. Visioni catastrofiche, la paura e l'orrore del cammino sanguinoso dell'uomo e di tutta la sua storia. Una comunità di persone che desiderano fuggire davanti all'"arca rossa" del regime totalitario cerca la salvezza nella creazione di una famiglia fittizia. La bella Rita e il suo compagno Petras, così come il vecchio colonnello e il ragazzo derubato, tutti cercano di creare una comunità al di fuori del mondo reale. Ma le dita della politica e la sua "giustizia" li raggiungono...Alla fine si apre una porta alla speranza. Abolito il muro attorno all'"arca", si apre, per gli eroi del film e non solamente per loro, un mondo libero.

    Juraj Jakubisko:
    "Questo film dovrebbe essere inserito nel Guinness dei primati. Ho cominciato a girarlo nel 1968, durante la Primavera di Praga, ma la censura comunista ha interrotto la lavorazione. Ho potuto terminarlo solo 22 anni più tardi! Durante la realizzazione mi rendevo sempre più conto che il film sarebbe risultato inaccettabile per la censura e perciò ho scelto un linguaggio simbolico e allegorico. Ma non sapevo che a decidere sarebbe stata non tanto la censura quanto il potere politico. Durante la lavorazione, il cerchio si chiudeva non solo intorno a me, ma anche intorno all'arte cecoslovacca tutta intera. "arrivederci all'inferno, amici" era ultima esclamazione destinata a tutta l'intellighenzia, il grido di un disperato che sentiva che la libertà del mondo era finita per sempre. Nelle sequenze girate nel 1990 io mostro la mia speranza che l'umanità, inebriata dalla gioia della libertà, abbia tratto una lezione da questa esperienza inumana e che la ricorderà a lungo. Forse, alla fine ciascuno avrà la possibilità di essere più generoso e più attento nei confronti dei più piccoli e dei più deboli."
     
  10. pierre

    pierre Well-Known Member

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    Jurai Jakubisko


    La sua attività di regista inizia verso la metà degli anni ’60. Si diplomò alla FAMU (l’accademia cinematografica di Praga), realizza subito dei film che riscuotono l’apprezzamento della critica: “I disertori e i nomadi”, “Gli orfani, gli uccelli e i pazzi” girati verso la fine degli anni ’60.
    Il linguaggio cinematografico di Jakubisko e’ sempre estremamente fantasioso e l’ allegoria ricorre sovente però questi mezzi espressivi gli hanno reso impossibile una libertà e continuità lavorativa dato il succedersi dei ben conosciuti eventi politici accaduti in Cecoslovacchia negli anni della sua attività. Al regista venne letteralmente impedito di lavorare, come nel caso del film ”Arrivederci all’ inferno, amici”, bloccato dalla censura e terminato solamente nel 1990, e per quasi 10 anni i suoi numerosi progetti resteranno chiusi in un cassetto.
    Negli anni ’80 fortunatamente può tornare a dirigere con una certa continuità e realizza così alcuni film di alto livello come ”L’ ape millenaria”, molto apprezzato al Festival di Venezia, e “La signora della neve” tratta da una favola dei fratelli Grimm, che vide la partecipazione anche di Giulietta Masina. Jakubisko è stato un grande amico di Federico Fellini che lo considerava uno dei registi più interessanti e visionari dell’Europa del Centro-Est.
    Pur avendo fatto molte co-produzioni con l ‘Italia vedere un film di Jakubisko in italiano e’ praticamente impossibile.

    Jakubisko è slovacco, oltre a lui altri interessantissimi registi slovacchi sono: Dusan Hanak, Martin Sulik, Jurai Herz, ma avremo tempo di parlare anche di loro.
    Il post di Martina è molto bello perché contribuisce a svelarci fatti non molto noti e le contromisure che i registi si inventavano per cercare di uscirne con il minor danno possibile.
    Se hai altre notizie restiamo in spasmodica attesa 8)

    Filmografia di Jurai Jakubisko

    - Bathory (2008)
    - Post Coitum (2004)
    - Nejasná správa o konci sveta (1997) (Ambiguo resoconto sulla fine del mondo)
    - Lepšie byť bohatý a zdravý ako chudobný a chorý (1993) (E’ meglio essere ricchi e sani che poveri e malati)
    - Dovidenia v pekle, priatelia (1970, released 1990) (Arrivederci all’ inferno amici)
    - Sedím na konári a je mi dobre (1989) (Sono seduto su un ramo e mi sento bene)
    - Frankensteinova teta (1987) TV miniserie (La zia di Franksteint)
    - Perinbaba (1985) (la signora della neve)
    - Tisícročná včela (1983) (L’ ape millenaria)
    - Nevera po slovensky (1981) (Infedeltà, modello slovacco; 2-parte TV miniserie)
    - Postav dom, zasaď strom (1980) (Costruisci una casa e pianta un albero)
    - Vtáčkovia, siroty a blázni (1969) (Uccello, orfani e pazzi)
    - Zbehovia a pútnici (1968) (I disertori e I nomadi o I disertori e i pellegrini)
    - Kristove roky (1967) (Anni cruciali o Gli anni di Cristo)
     
  11. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Alcuni anni fa ho visto L'ape millenaria trasmesso dalla Tv italiana, quindi esiste la versione italiana. Mi piaceva tantissimo questo film. Purtroppo non sono più riuscita a rivederlo, non riesco trovare niente, nè in italiano nè in slovacco o ceco :(
     
  12. pierre

    pierre Well-Known Member

    Jiri Barta (1948) è regista, animatore ed ispiratore del film di animazione, dal 1993 ha svolto attività di insegnamento presso la Sezione artistico industriale dell’ Università di Praga diventandone professore nel 2001. Negli ultimi anni si stà dedicando a filmati pubblicitari e collabora a scenografie del Teatro di Praga.
    La sua attività nei film di animazione fu frenata dalla mancanza di fondi dedicati che avvenne con la caduta del comunismo; Dopo il film Krysar, negli anni 90 tentò di girare un altro film di animazione “Il Golem” ma rimase incompiuto. Nel 2009 è riuscito a portare a termine il film “Nell’ attico ovvero di chi e’ oggi il compleanno ?”


    KRYSAR

    E’ un film della durata di 50 minuti, fatto nel 1985, la tematica che affronta è quella di stigmatizzare la spregevolezza umana di essere interessata soltanto ai beni materiali.
    Le figure create da Barta sono di legno, l’ aspetto dei personaggi si rifà alla corrente artistica dell’ espressionismo tedesco e la scenografia nel quale il film si colloca è decisamente gotica.
    La trama riconduce alla favola del “Pifferaio di Hamelin”, detto anche “Il pifferaio magico” anche se la trama varia in alcune sue parti, specialmente nel finale.
    Naturalmente questo film in Italia non esiste, ma ormai siamo abituati a questa tiritera; però qualche anima buona ha messo su Youtube l’ intero film anche se diviso in sei pezzi. Merito alla sua pazienza e gentilezza.
    Con calma e pazienza si riesce a vederlo tutto.

    http://www.youtube.com/watch?v=UieeA2m_rms
    http://www.youtube.com/watch?v=sdaLyRBOOHo
    http://www.youtube.com/watch?v=mB7M2TBaIgw
    http://www.youtube.com/watch?v=RJIB8cSFMiI
    http://www.youtube.com/watch?v=o12l8f56QIQ
    http://www.youtube.com/watch?v=UpyqPgXzcyc


    Non preoccupatevi per il dialogo e per la mancanza di eventuali sottotitoli, il film ha un linguaggio “gibberish”, cioè le parole sono formate da suoni senza senso quindi una versione più esasperata dal “grammelot” che Dario Fo usa in alcuni suoi monologhi

    .Brevemente la trama

    Orde di topacci invadono la città divorano tutto, inquinano, attaccano anche le persone. I cittadini decidono di assumere un pifferaio che li liberi da questi parassiti.

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    Il pifferario con la sua musica riesce ad ipnotizzare i topi e li conduce verso il fiume che scorre sotto le mura della città, li fa saltare nell’ acqua e i topastri annegano. Dopo aver liberato la città dai rattoni, la musica del pifferaio trasforma il paesaggio brullo in un’ esplosione di colori simbolo della rinascita della natura, ma ahimè non e’ finita, il peggio deve ancora venire. Un nuovo momento di tensione stà per essere introdotto nel film e questa pausa bucolica fa da intermezzo per una parte ancor più cupa.

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    Il comitato di cittadini che lo aveva assoldato rifiuta di pagare il compenso pattuito al pifferaio che offeso per il trattamento ricevuto e per la morte della donna della quale era innamorato decide di vendicarsi degli abitanti della cittadina.
    Suona ancora il suo flauto e trasforma gli abitanti in topi e li conduce verso il fiume e fa far loro la stessa fine.

    Secondo me questo film è uno capolavori del film di animazione, oltre che ad essere geniale nella sua realizzazione è altamente coinvolgente, equilibrato nelle sue parti e con una tensione emotiva non da poco. Merita di essere visto anche se con l’ indaginosa alchimia dei vari pezzi messi a disposizione su you tube.
     
  13. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Ho letto che Krysar è uno dei più complicati film d'animazione che sono mai stati realizzati. Io non l'ho ancora visto intero, purtroppo ho problemi con internet e se cerco vedere i video su you tube si bloccano continuamente :(
    Barta si è ispirato alla novella di uno scrittore ceco, Viktor Dyk, il quale a sua volta rielaborò la fiaba di Pifferaio di Hammelin. Ha anche illustrato una delle recenti edizioni del libro
    http://www.kosmas.cz/knihy/102863/krysar/
     
  14. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Ho visto il film!! :D
    Penso anch'io che è uno dei migliori film cechi. Apparentemente semplice sia come trama che come recitazione, in ogni scena si può trovare una satira pungente contro il regime, contro l'ipocrisia e l'opportunismo. Sembra un film comico ma è tutto il contrario...
    La facenda della tombola è semplicemente fantastica, come ha già raccontato Pierre, c'erano vari premi che nel corso della festa continuavano "sparire misteriosamente" :p Alla fine rimasero 4 o 5 cosette e perciò il capo dei pompieri invitò il pubblico di restituire i premi: Cari compagni, adesso vorrei darvi un'opportunità di restituire le cose rubate, ora io faccio spegnere le luci, e quelli di voi che pensano di aver preso qualcosa lo possono restituire.
    Le luci nella sala si sono spente e quando hanno riacceso, anche le ultime cose non c'erano più...E il capo disse: Ma nò, non avete capito, ho detto restituire i premi, non contrario :p
    Poi fa di nuovo spegnere le luci per dargli ancora una possibilità e quando riaccese, scoprono uno dei capi pompieri che sta per restituire un grosso stinco di maiale :) , così poi lo prendono in parte e i suoi compagni gli danno del cretino per aver cercato di restituire il premio e ha fatto fare brutta figura ai pompieri, la moglie gli da del cretino perchè tutti rubano e lui è l'unico stupido onesto...
    Segue una discussione tra gli organizzatori pompieri su come risolvere il problema di premi spariti. Uno dice: E beh...quelli che hanno rubato i premi come se li avessero vinti.
    E l'altro dice: ma tutti hanno comprato i biglietti, cosa diciamo a quelli che hanno il biglietto e non hanno potuto vincere niente? - Cavoli loro, dovevano rubarseli....
    :D
     
  15. pierre

    pierre Well-Known Member

    Questo film è una gag dopo l' altra, ci sono moltissime scene divertenti; il loro ritmo è talmente incalzante che è praticamente impossibile raccontarle tutte.
    Una sequenza altrettanto divertente è la prova fatta in privato (a porte chiuse) della sfilata, in biancheria intima, delle concorrenti al titolo di "miss ballo dei vigili del fuoco". 8)
    Volevo inoltre aggiungere che questo film è praticamente girato usando quasi tutti attori non professionisti; se non lo avessi letto a posteriori non me ne sarei accorto.
    Nel mio post precedente ho scritto che questo film è possibile trovarlo con sottotitoli in italiano; mi sono confuso, i sottotitoli esistono ma sono in inglese. :oops:
    Nei prossimi giorni riporterò qualche intervento della critica ufficiale (legata al governo) su questo film, tanto per farvi apprezzare il clima che si instaurava se un opera cinematografica non era gradita dall' apparato.

    Una notizia buttata li, voglio ricordare che il problema della censura non esisteva solo nei paesi oltrecortina, ma esisteva anche nelle nostre democrazie occidentali.

    Ecco un breve saggio di alcuni flm italiani che alla loro uscita ebbero problemi; vi assicuro che la lista è ben più nutrita, per ora mi accontento di citarne alcuni tanto per rendere l' idea e la dimensione del fenomeno.

    · Roma città aperta (1944-45) Dir. Roberto Rosellini. Italia
    · Paisà (1946) Dir. Roberto Rossellini . Italia
    · Sciuscià (1946) Dir. Vittorio de Sica. Italia
    · Germania anno zero (1948) Dir. Roberto Rossellini. Italia
    · La terra trema. (1948) Dir. Luchino Visconti. Italia
    · Ladri di biciclete (1948) Dir. Vittorio De Sica. Italia
    · Riso amaro (1949) Dir. Giuseppe De Santis. Italia
    · Stromboli, terra di Dio (1949) Dir. Roberto Rossellini. Italia
    · Il Miracolo (1950) Dir. Roberto Rossellini. Italia
    · Umberto D. (1951) Dir. Vittorio de Sica. Italia
    · I vitelloni (1953) Dir. Federico Fellini. Italia
    · La strada (1954) Dir. Federico Fellini. Italia
    · Le belle famiglie (1955) Dir. Ugo Gregoretti. Italia
    · Il grido (1957) Dir. Michelangelo Antonioni. Italia
    · La Dolce Vita (1959) Dir. Federico Fellini. Italia
    · Morte di un amico (1959) Dir. Franco Rossi. Italia
    · La notte brava (1959) Dir. Mauro Bolognini. Italia
    · La ragazza con la valigia (1960) Dir. Valerio Zurlini. Italia
    · Rocco e i suoi fratelli (1960) Dir. Luchino Visconti Italia.
    · Era notte a Roma (1960) Dir. Roberto Rossellini. Italia
    · La Notte (1960) Dir. Michelangelo Antonioni. Italia
    · La giornata balorda (1960) Dir. Mauro Bolognini. Italia
    · Dolci inganni (1960) Dir. Alberto Lattuada. Italia
    · Totò, Peppino e la dolce vita (1960) Dir. Sergio Corbucci. Italia
    · Boccaccio ‘70 (1961) Dir. Vittorio de Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli. Italia
    · L’Eclisse (1961) Dir. Michelangelo Antonioni . Italia
    · La ciociara (1961) Dir. Vittorio De Sica. Italia
    · Il Gattopardo (1962) Dir. Luchino Visconti. Italia
    · Cronaca familiare (1962) Dir. Valerio Zurlini . Italia
    · Oggi a Berlino (1962) Dir. Piero Vivarelli. Italia
    · Mamma Roma (1962) Dir. Pier Paolo Pasolini. Italia
    · La ricotta (1963) Dir. Pier Paolo Pasolini. Italia
    · Storia Moderna: L’ ape regina (1963) Dir. Marco Ferreri. Italia
    · Il Vangelo secondo Matteo (1964) Dir. Pier Paolo Pasolini. Italia
    · Prima della rivoluzione (1964) Dir. Bernardo Bertolucci. Italia
    · Matrimonio all’ italiana (1964) Dir. Vittorio de Sica. Italia
    · La donna scimmia (1964) Dir. Marco Ferreri. Italia
    · Giulietta degli spiriti (1965) Dir. Federico Fellini. Italia
    · La battaglia di Algeri (1965) Dir. Gilberto (Gillo) Pontecorvo . Italia
    · Blow-up (1966) Michelangelo Antonioni. Italia
    · Teorema (l968) Dir. Pier Paolo Pasolini . Italia
    · Satyricon (1969) Dir.Gian Luigi Polidoro. Italia
    · Zabriskie Point (1969) Dir. Michelangelo Antonioni. Italia
    · Il Decameron (1970) Dir. Pier Paolo Pasolini. Italia
    · Queimada (1970) Dir. Gilberto (Gillo) Pontecorvo . Italia
    · Le castagne sono buone (1970) Dir. Pietro Germi. Italia
    · Mimì metallurgico... (1971) Dir. Lina Wertmüller. Italia
    · Roma (1972) Dir. Federico Fellini. Italia
    · Ultimo tango a Parigi (1972) Dir. Bernardo Bertolucci. Italia-Francia
    · I racconti di Canterbury (1972) Dir. Pier Paolo Pasolini. Italia
    · Storie scellerate (1973) Dir. Sergio Citti. Italia
    · La grande abbuffata (1973) Dir. Marco Ferreri. Italia
    · La proprietà non è piú un furto (1973) Dir. Elio Petri. Italia
    · Portiere di notte (1974) Dir. Liliana Cavani. Italia
    · Il fiore delle mille e una notte (1974) Dir. Pier Paolo Pasolini. Italia
    · Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) Dir. Pier Paolo Pasolini. Italia
    · Salon Kitty (1975) Dir. Tinto Brass. Italia
    · Quelle strane occasioni (1976) Dir. Nanni Loy, Luigi Comencini. Italia
    · Marica trionfale (1976) Dir. Marco Bellocchio. Italia
    · Cadaveri eccellenti (1976) Dir. Francesco Rosi. Italia
    · Novecento (1976) Dir. Bernardo Bertolucci. Italia
    · Al di là del bene e del male (1977) Dir. Liliana Cavani. Italia
    · Oggetti smarriti (1979) Dir. Giuseppe Bertolucci. Italia
    · Si salvi chi vuole (1979) Dir. Roberto Faenza. Italia
     
  16. martina72

    martina72 Well-Known Member

    E' vero, le gag sono praticamente continue, tuttavia c'è una scena di una tristezza incredibile: quella dove la casa di un anziano pompiere è divorata dal fuoco e la gente assiste alla sua tragedia come se fosse uno spettacolo. Con tanto di un bar improvvisato. Al povero nonno che sta guardando la distruzione della sua casa offrono la sedia per essere più comodo. Poi una delle donne dice preoccupata: Mettetelo più vicino al fuoco, mi sembra che abbia il freddo...e lui recita la preghiera chiedendo per loro il perdono di Dio.
     
  17. pierre

    pierre Well-Known Member

    Per scrivere di questo film si scomodò anche la Komsomolskaja Pravda, mi pare che fosse il giornale del Comitato Centrale russo, che il 27/12/1968 s' impegnò con una tipica fraseologia da apparato a partorire un tentativo di stroncatura; mi sono limitato a riportare solo alcuni passaggi tanto per dare un idea del tenore della critica.

    “…….la spietatezza di Forman che già prima in lui rasentava il sadismo, è qui ingigantita all’ estremo. Non ci sono persone. Ci sono solo caricature mostruose, ripugnanti. La macchina da presa ci mostra in dettaglio, fin nei minimi particolari, le ragazze operaie che partecipano a questo concorso di bellezza. Sono volgari, i loro corpi sono deformi, i movimenti goffi, hanno un aria ottusa e segni di evidente degenerazione e anormalità. E’ un concorso raccapricciante……..”

    Più avanti l’ articolo continua parlando del vecchio pompiere che viene festeggiato

    “ i suoi colleghi sono dipinti come persone talmente inette da non essere neppure in grado di spegnere l’ incendio scoppiato nel corso della festa. Questa gente si esprime con un linguaggi standardizzato: è soprattutto qui che gli sceneggiatori del film sono riusciti a crear e una parodia dei discorsi ufficiali che si preannunciano in occasioni come questa, discorsi che abbondano di belle e grandi parole. Ma in realtà queste persone sono parassiti meschini, piccoli ladruncoli, persone invidiose. E’ una “satira”. Questo asseriscono critici cecoslovacchi. La vera satira però ha in se una forza risanatrice, aiuta a superare i tumori maligni e le ulcerazioni, inevitabili nella costruzione di una società nuova. I film comico grotteschi di Forman non guariscono, uccidono.”

    Più avanti ancora

    “La sua cattiveria ha uno scopo ben preciso. Forman non mette alla gogna i borghesi, i filistei satolli e rapaci. Nel mirino della sua macchina da presa c’e’ la classe operaia della Cecoslovacchia, non raffigurata altrimenti che come un ammasso di Yahoo swiftiani apatici ed insaziabili. Si può dire che i film di Forman sono una chiara illustrazione del programma controrivoluzionario delle “2000 parole” nel quale si sosteneva che la classe operaia è incapace di innalzarsi al livello della complessa comprensione degli urgenti compiti della società, di emanciparsi dagli interessi esclusivamente produttivi, strettamente materiali”
     
  18. pierre

    pierre Well-Known Member

    LA DIABOLICA INVENZIONE, regia Karel Zeman, 1957 (cech. Vynalez Skazy)

    Il libro è tratto da uno dei meno popolari romanzi di Giulio Verne, “Di fronte alla Bandiera”, del 1896.

    La trama racconta del rapimento di uno scenziato, il professor Roch e del suo assistente l’ ingegnere Hart, da parte di una banda di pirati comandati dalla mente criminale del conte Artigas.

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    Il professor ROCH


    Porta i due prigionieri all’ interno di un isola vulcanica accessibile soltanto via subacquea mediante un sottomarino.

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    Il conte vuole impossessarsi della formula che il professor Roch ha inventato. Questa permetterebbe di disporre di una nuova fonte di energia dal potere immane; a posteriori noi possiamo facilmente pensare all’ energia atomica.
    Il professore accetta la collaborazione perché finalmente ha a disposizione i fondi che gli permettono di completare la sua invenzione ma a lavoro concluso si rende conto che il conte Antigas non vuole utilizzare questa energia a fini umanitari bensì per ricattare tutti i governi della terra e sottometterli alla sua volontà. Il professor Roch decide allora di distruggere la sua invenzione e di far esplodere l’ isola nella quale si trova prigioniero.
    Si salveranno soltanto l’ assistente Hart ed una giovane fanciulla naufraga (Jana) che era caduta nelle mani dei pirati di Artigas.


    Questo film e’ una meraviglia, e’ un insieme di sequenze in cui più trucchi vengono usati spesso contemporaneamente nella stessa scena: stop-motion, animazione di illustrazioni d’ epoca, dissolvenze, utilizzo di modellini, doppia esposizione, sovrimpressioni. Vengono esplorate e sperimentate moltissime tecniche di animazione, isolate o insieme ad altre. E’ da sottolineare poi l’ utilizzo di retini e di filtri, magistralmente utilizzati per far apparire le immagini granulate e dar quindi l’ impressione allo spettatore di trovarsi di fronte ad antiche stampe. Quindi una ricerca stilistica incredibile che ha richiesto mesi e mesi di lavoro.
    Siamo di fronte ad un carosello dell’ abilità tecnica e il tutto tuffato in una trama avventurosamente piacevole e ancor oggi coinvolgente.

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    Spesso sono protagonisti gli oggetti che facevano sognare i ragazzi della fine ottocento: sottomarini, treni, mongolfiere, velocipedi, palombari, auto a vapore. La bellezza intrigante di queste scene è che gli oggetti coinvolti nella rappresentazione si presentano come immagini tipiche di un illustrazione dell’ epoca in cui il libro è stato scritto. Il loro coinvolgimento nella storia li fa improvvisamente animare e a noi spettatori danno l’ impressione di uscire letteralmente dall’ illustrazione stessa. Non sfuggono a questi accorgimenti tecnici nemmeno gli umani e spesso l’ entrata di un protagonista della storia viene anticipata dalla sua figura disegnata che improvvisamente si anima e prende il suo ruolo nella trama del film.
    Oltre alle rappresentazioni tipiche degli oggetti ottocenteschi altrettanto incredibili sono le descrizioni filmiche degli ambienti sottomarini e le animazioni che sono state utilizzate per renderli veritieri.
    Le scenografie utilizzate prendono ispirazione dalle incisioni di Rion e Benett, che sono stati gli illustratori delle prime edizioni delle opere di Giulio Verne.
    Questo film, oltre alle bellezze stilistiche citate, ha insito un messaggio estremamente importante che forse rischia di essere poco apprezzato perche ci distraiamo troppo di fronte alle trovate presenti nel film.

    Vorrei solo ricordare che la pellicola fu girata negli anni 50, epoca dove il pericolo atomico era avvertito molto più di oggi ed era utilizzato come un potente mezzo di propaganda dagli opposti blocchi politici. Se si legge un qualsiasi resoconto storico di quell’ epoca non si fa altro che incontrare la parola “guerra fredda” e trovare ampio risalto alle fughe verso est o verso ovest di scienziati spesso coinvolti negli studi di fisica.
    Nel film emerge abbastanza chiaramente, a parer mio, un messaggio critico abbastanza pessimista:
    - la fine della convinzione di una conoscenza scientifica disinteressata;
    - il ricercatore non è più al di sopra delle parti ma diventa un ingranaggio essenziale ai fini politici di chi lo governa e quindi diventa, suo malgrado complice di progetti che possono mettere a rischio l’ incolumità umana;
    - l’ utilizzo malvagio delle conoscenze scientifiche, che invece di dare benessere ed avanzamento della civiltà possono condurre ad un accelerazione distruttiva del mondo stesso.
    Quindi nel film oltre l’ avventura c’e’ anche una riflessione etica che direi che non per nulla trascurabile.
    Si potrebbe scrivere ancora tantissimo su questo film ma credo che il nostro compito sia non quello di fare gli esegeti ma quello di dare un idea ed un orientamento su pellicole un pochino difficili da reperire.
    Ho ancora un film di Zeman del quale parlare “Na comete”, lo farò spero in tempi brevi, poi mi dovrò dar da fare per trovare altre sue opere.
     
  19. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Qualche giorno fa ho visto Na půdě aneb Kdo má dneska narozeniny? ( Nell’ attico ovvero di chi e’ oggi il compleanno?), nuovissimo film di Jiri Barta, realizzato in cooproduzione con Slovacchia e Giappone.
    Direi che si riconferma l’incredibile fantasia e creatività del regista. Barta, affiancato da bravissimi animatori è riuscito creare un mondo fantastico abitato da vecchi oggetti abbandonati in un solaio.
    Il punto di forza è indiscutibilmente la tecnica con la quale il film è realizzato, mentre la trama, pur essendo molto poetica e delicata, non mi ha coinvolta più di tanto. Mi sembrava piuttosto superficiale e senza troppa fantasia. Però mia figlia è stata molto entusiasta e forse un bambino la percepisce diversamente.
    Tecnicamente il film è una combinazione di stop-motion, animazione e recitazione di attori veri, c’è anche una buona parte di animazione digitale ma molto nascosta. I personaggi principali sono vecchi giocatoli, che grazie ad un lavoro lungo e incredibilmente paziente di animatori si muovono e danno vita alla storia.
    La trama è piuttosto semplice. La bella bambolina di nome Pomnenka vive in una vecchia valigia con i suoi tre amici, un cavaliere-marionetta, un orsetto e un omino di plastilina. Ogni mattina prepara la torta, poi tirano un dado che indica chi di loro festeggia quel giorno il compleanno e di conseguenza si mangia la torta. Poi la bambolina rimane a casa a pulire mentre i suoi tre amici vanno in giro per le loro faccende. Le loro giornate scorrono sempre ugualmente fino a che succede un imprevisto. Un busto di bronzo, che regna nel punto oscuro del solaio, s’invaghisce della bambolina. Il busto è malvagio e prepotente, ha maniere da dittatore e si chiama Zla Hlava, La Testa cattiva. È realizzato usando la faccia di un attore vero, Jiri Labus. La Testa fa rapire la bambolina per tenerla come sua sposa e i suoi amici si mettono immediatamente in viaggio attraverso la soffitta per salvarla.
    Durante il loro viaggio devono affrontare molti pericoli, trappole e attacchi di personaggi orrendi che sono al servizio di Testa ma alla fine riusciranno sconfiggere il busto e riportare la Pomnenka a casa.

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  20. pierre

    pierre Well-Known Member

    La volontà di far emergere il senso dell‘ amicizia e di far prevalere la bontà di antico stampo sono i motivi alla base di questo filmato di Barta. Fra le cose abbandonate in soffitta c’e‘ anche un vecchio busto, il cattivo della situazione colui che vuol rapire la bambolina. Chi sia questo personaggio e quale epoca voglia rapprensentare non e‘ facilmente comprensibile, si potrebbe pensare agli anni 50. Non trovo però riferimenti chiari. Per cui non mi sento di esprimere opinioni al riguardo :roll: .
    Le motivazioni etiche alla base di questo favola sono accompagnate da uno svolgimento tecnico altamento immaginifico e pieno di inventiva e soprattutto ricco di una capacità tecnica incredibile :D .
    A tal riguardo fermatevi un attimo a pensare alla capacità impiegata per riuscire ad animare l‘ espressione abbastanza stereotipa e fissa dei personaggi protagonisti del film, vecchi giocattoli abbandonati in una soffitta. La storia è semplice ma piena di inventiva e riesce a diventare anche ricca di suspense durante il suo svolgimento. Si è di fronte ad una incredibile perfezione tecnica nel condurre la trama e conseguentemente le gesta degli amici di "Non ti scordar di me " (la bambola rapita dal malvagio Testa) sono enfatizzate e giustamente sottolineate ed illustrate negli extra presenti nel dvd. Questa incredibile pefezione tecnica non deve essere considerata virtuosismo fine a se stesso ma indubbia capacità e volontà di animare la materia e conseguentemente la storia. A me questo film ha affascinato, l‘ ho visto con l‘ occhio stupito di una persona non troppo abituata alla meticolsa professionalità che negli ultimi anni ha vissuto nel mondo del film di animazione.
     

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