La filmografia ceca

Discussion in 'Cultura' started by martina72, Sep 14, 2009.

  1. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Anch’io ho visto questo film e sono rimasta abbastanza sconvolta. Il titolo “La pazzia” è davvero appropriato, è un film pazzo, anzi, allucinante. Mai visto un film ceco più strano di questo.
    Tanto per ritornare sulla recensione di Pier, è impossibile collocare questo film in un epoca precisa. Il regista mescola le scenografie storiche, i costumi e il linguaggio ottocentesco alle immagini di autostrade o fa indossare ad uno dei personaggi un paio di jeans. Per poi culminare nelle immagini delle confezioni di carne con tanto di codici a barre nel moderno supermercato.
    Le immagini di carne o altri pezzi del corpo umano animati sono presenti in brevi clip in tutto il film. Non è sempre facile capire il significato, ma penso che rappresentino la umanità. E’ la massa umana che cerca la libertà.
    L’attore protagonista Jan Triska è semplicemente fantastico, il suo Marchese è inquietante e nello stesso tempo simpatico e la sua triste sorte mi ha colpito molto di più che il destino di Jean.

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  2. pierre

    pierre Well-Known Member

    Sono d' accordo, le lingue mozzate e i pezzi di carne che compaiono ogni tanto nel film a staccare i capitoli o paragrafi della narrazione potrebbero essere rappresentativi dell' umanità- Direi che l' ultima scena, quella di un taglio di carne contenuto nel suo contenitore di polistirolo ed incellophanato e con il codice a barre sia proprio emblematica della figura umana.
    Questo pezzo di carne, in mezzo a tanti altri uguali, però ha una particolarità:RESPIRA !!!
    Quindi sicuramente rappresenta l' uomo mercificato, omologato e considerato alla stregua di un qualsiasi banale genere di consumo.
    Il film è sicuramente inquietante nel suo svolgimento e Svankmajer raccoglie e rende manifesto il pensiero freudiano che vedeva le persone dedite alla ricerca del loro piacere come giustamente asociali, naturalmente egoiste e potenzialmente eversive.
    Era da parecchio tempo che non vedevo un film che si rifacesse a questi cardini base del pensiero freudiano ma come ho detto nel post precedente Svankmajer vede tutto ciò in maniera pessimista e quindi privo di speranza.
     
  3. martina72

    martina72 Well-Known Member

  4. pierre

    pierre Well-Known Member

    Ho visto” Postav dom, zasad’ strom” (Costruisci una casa, pianta un albero, 1979) di Juraj Jakubisko.

    Juraj Jakubisko nato nel 1938 in un paesino della Slovacchia orientale è uno dei registi formatisi nell’ambito della corrente cinematografica Nová vlna negli anni ’60.
    La sua propensione per il disegno e la pittura e le arti grafiche sembra destinarlo all’Accademia di Belle Arti, ma il caso lo spinge a iscriversi alla FAMU, la prestigiosa facoltà di cinematografia di Praga nella quale si diploma nel 1965 con Cekají na Godota [Aspettando Godot] tratto da una piece di Samuel Beckett.
    Nel 1967 esordisce nel lungometraggio con Kristove roky (Gli anni di Cristo). Ma è con Zbehovia a pútnici (Il Disertore e i Nomadi , 1968), premiato al Festival di Venezia e Sorrento, che il suo personalissimo modo di fare cinema si impone a pubblico e critica di tutto il mondo. Dopo Vtáckovia, siroty a blázni (Uccellini, orfani e pazzi, 1969), affronta l’ambizioso progetto di Dovidenia v pekle, priatelia (Arrivederci all’inferno, amici, 1970). Ma i censori del regime filosovietico instauratosi dopo il 21 agosto 1968 (invasione della Cecoslovacchia) boicottano la realizzazione del film, che sarà completato solo vent’anni dopo. Jakubisko è messo al bando per quasi un decennio, nel corso del quale gli è concesso di realizzare solo documentari.
    Nel 1979 torna al lungometraggio con Postav dom, zasad’ strom (Costruisci una casa, pianta un albero), questo film era stato pianificato dall’ apparato di propaganda del regime e doveva essere una forte critica contro gli elementi asociali ed antisocialisti presenti nella società cecoslovacca. In quell’ epoca circolava in tutta la Cecoslovacchia un modo di dire o specie di proverbio estremamente evocativo a tal riguardo: “Chi non porta via allo stato ruba alla propria famiglia” ovvero prendi tutto quello che puoi e cerca di fare una vita migliore.
    Quindi la propaganda voleva un film forte che mettesse in cattiva luce elementi di questo tipo. Jakubisko fu quasi costretto ad accettare questo commissione se voleva tornare a produrre altri film nel futuro. Mise mano alla sceneggiatura, la rimaneggiò, però non volendo far comparire il suo nome (che avrebbe suscitato immediati sospetti nella censura) la fece firmare ad una anonima segretaria della casa di produzione.
    La storia consiste nell’ arrivo in un piccolo paese minerario dell’ est Slovacchia, in autostop, di un tipo senza arte ne parte che cerca un luogo dove mettere radici. In questo ambiente il nuovo arrivato si sente a suo agio e la sua allegria e il suo modo di comunicare e socializzare lo fa diventare immediatamente simpatico all’ intero villaggio , poi l’ aver salvato salva due bimbi caduti in un dirupo e saper giocare al calcio gli apriranno tutte le porte.

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    Il tipo, Josef Matus (quello a destra nella foto), si innamora di una ragazza del luogo, naturalmente vuol concretizzare questo sentimento con il matrimonio ma c’e’ il problema che non ha denaro per acquistare o comprare una casa. Sviluppa così tutta una serie di espedienti per procurarsi gratis il materiale da costruzione necessario. Con lui collaborano moltissime persone del paese e la costruzione della casa procede alacremente. Non racconto come finisce il film perche mi hanno accusato di svelare sempre i finali e quindi chi lo vorrà sapere si dovrà arrangiare a cercarne una copia.

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    Josef e la sua amata fra i farfaracci

    Al regime il film non piacque, il film venne tolto immediatamente dalle sale delle grandi città e mandato nei piccoli paesini della Cecoslovacchia per non farlo vedere ad un grosso pubblico. Questa manovra non ebbe successo, la gente si organizzava in carovane di auto e andava a vedere il film in qualunque posto venisse proiettato. Jakubisko ebbe qualche problema naturalmente.
     
  5. pierre

    pierre Well-Known Member

    Lepšie byť bohatý a zdravý ako chudobný a chorý (E’ meglio essere ricchi e sani che poveri ed ammalati, 1992).

    Interpreti
    Nona (Deana Horváthová)
    Ester (Dagmar Veskrnová), di li a poco, sposando Vaclav Havel sarebbe diventata la First Lady della Rep Ceca.
    Margita (Vilma Jamnická)

    Regia : Juraj Jakubisko

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    Film nato come commedia ma visto qualche mese dopo avrebbe assunto un tono molto più tragico (diciamo dal gennaio del 1993). Il film è praticamente ambientato a Bratislava, ci sono solo due fugaci momenti dove si svolge a Vienna e Praga e tratta del caos che regna dopo la Rivoluzione di Velluto e su come fosse sentito dalla popolazione il concetto di libertà. In quell’ epoca era comune il quesito esistenziale se diventare ricchi o rimanere fra i poveri. Naturalmente nessuno vuol rimanere nella seconda categoria e così tutti cominciano a trafficare. Siccome non c’e’ mai nulla di nuovo sotto il sole si assiste a una parata di sotterfugi ed imbrogli che in Italia conosciamo bene e ancor oggi sono praticati. Dal film emerge quindi che non è più la libertà ad attirare la gente ma il denaro perché si crede che lui solo può dare la libertà. Il denaro è visto come una forza motrice inarrestabile e per esso si tradisce tutto: amore, amicizia, credo politico. Inoltre comincia ad essere descritta una profonda incomprensione fra la popolazione ceca e quella slovacca quindi una profetica allegoria della divisione geografica fra i due popoli nei mesi successivi. Jakubisko in una sua intervista racconta che questo film prima del 1993 faceva scompisciare dalle risate gli spettatori slovacchi, qualche mese dopo, ad avvenuta divisione politica, la gente guardando questo film non rideva più e il film era percepito come un film tragico e non più una commedia. Ora che le situazioni hanno sedimentato e che entrambe le nazioni sono stabilmente confluite in un ottica europea il film è ritornato ad essere percepito come un film comico.

    Un po’ di trama.

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    Ester e Nona sono due ragazze (la prima ceca e l’ altra slovacca) che s’ incontrano durante una manifestazione e diventano amiche; entrambe hanno alle spalle delle relazioni sentimentali non troppo esaltanti; obiettivo comune delle due mettere su famiglia, avere dei bambini e diventare ricche. Imbastiscono progetti folli per raggiungere il benessere prendendosi dei rischi non da poco.
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    Margitka, l’ ex suora e vicina di casa delle due ragazze

    Il finale non lo svelo.

    Il film è un succedersi di gags comiche assai divertenti ed ambientate in uno scenario di una società che stà cercando un suo nuovo modo di essere: c’e’ chi manifesta la nostalgia per un passato che bene o male lo garantiva e chi cerca di cavalcare il nuovo costi quel che costi, chi non ci capisce nulla e lo subisce. Questo è stato un periodo estremamente convulso dal punto di vista sociale ed insieme alla Città del Sole di Martin Sulik è uno dei pochi film ceki o slovacchi che hanno voluto rielaborare i temi dei primi anni post Rivoluzione di Velluto non nascondendosi dietro retoriche buoniste. Il film non è per nulla noioso e pesante, il modo di girare di Jakubisko è delicato e veloce e riesce a svolgere una tematica così complessa senza minimamente annoiare lo spettatore. Naturalmente una minima conoscenza degli avvenimenti dell’ epoca è richiesta per apprezzarne i molteplici riferimenti che si incontrano durante lo svolgersi delle scene. C’è chi ha voluto vedere nei due personaggi una sorta di Thelma e Louise dell’ Est e nella regia qualche occhieggiamento a Fellini e a Kusturica, io non trovo questo e considero il fim altamente originale nelle sue immagini e nella sua creatività (anche Kusturica si è diplomato al FAMU di Praga come Jakubisko).
     
  6. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Jakubisko è considerato il "Fellini dell'Est". Secondo me a pieno titolo.
     
  7. pierre

    pierre Well-Known Member

    Jakubisko e Fellini erano grandi amici.
     
  8. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Si, grazie all'intervento di Fellini, Jakubisko riuscì ad ingaggiare la sua moglie, grande attrice italiana Giulietta Masina nel ruolo principale nel suo film Perinbaba. Un film bellissimo.
     
  9. martina72

    martina72 Well-Known Member

    PERINBABA
    Frau Holle – La signora della neve, 1985
    Regia e sceneggiatura: Juraj Jakubisko

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    Questo film di Juraj Jakubisko è un’ incantevole interpretazione della favola scritta da fratelli Grimm e una delle fiabe cinematografiche meglio rappresentate in assoluto. Jakubisko è un artista incredibilmente creativo e visionario e ce lo conferma riuscendo ad ottenere con i mezzi classici la stessa atmosfera magica dei film simili, realizzati con la tecnologia digitale. Il risultato, anzi, è molto più naturale e coinvolgente, ogni fotogramma di questo film è di una bellezza sorprendente e traspira di amore e vitalità .
    La trama si ispira solo in alcuni punti alla favola dei Grimm, ci sono anche gli elementi presi dalle altre fiabe che Jakubisko mischia con una maestria geniale.
    Il personaggio principale è la Perinbaba, La signora della neve, che vive in un luogo dove il tempo non esiste e il suo compito è badare che le stagioni sulla terra si svolgono nel modo regolare. Deve stare attenta a distribuire la neve dove serve in modo che la terra può riposare e prepararsi per la rinascita primaverile. Lo fa scuotendo una grande coperta. Può anche far piovere, creare l’arcobaleno e scatenare il vento. Intanto osserva la vita sulla terra. Un giorno vede la Morte che cercava di prendersi un bambino, ma il ragazzino non aveva nessuna paura e si prendeva gioco di lei. La Perinbaba, colpita da tanto coraggio, decise di aiutarlo e lo portò da sé. Da quel momento il ragazzino, che si chiamava Jakub, viveva con lei, la aiutava a spargere la neve sulla terra ed è diventato immortale, non invecchiava e non gli mancava nulla. Ma anche se il tempo nel regno di Perinbaba non passava mai, Jakub lo percepiva e ad un certo punto ha sentito il desiderio di tornare sulla terra. Osservando nella sfera magica il mondo degli umani vede una piccola bambina di nome Alzbetka, prima neonata, poi bambina e infine una bella ragazza e si innamora di lei. Jakub, ancora un ragazzino, è preso dal desiderio di diventare un uomo e di vivere col suo amore. Scappa dunque dalla sua cara protettrice e appena si ritrova nel mondo reale cresce e diventa adulto. Ma prima di poter vivere felicemente, lui e Alzbetka devono affrontare ancora molti pericoli.

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  10. pierre

    pierre Well-Known Member

    Trovo molto interessantela tua affermazione che la capacità e l' intelligenza possono fare a meno di questo esasperato utilizzo della tecnologia digitale.
    Non ho nulla contro la tecnologia digitale, in certi contesti è importante e necessaria, senza dubbio costa meno e rende più rapida la creazione di una scena ma, mi par di poter dire che, impoverisce un po' troppo le umane capacità artigianali
    Questo film non l' ho ancora visto perchè ad oggi non ho ancra trovato una versione con sottotitoli inglesi (non chiedo quelli italici perchè sarebbe troppo). Trovo in offerta solo la versione in tedesco ma con calma e pazienza qualcosa riesco ad escogitare.
     
  11. pierre

    pierre Well-Known Member

    FIMFARUM
    Anno 2002
    REGIA di Aurel Klimt e Vlasta Pospísilová


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    “Fimfárum di Jan Werich” è un film di animazione, diviso in cinque storie indipendenti, ognuna delle quali trae origine da un racconto popolare ceco.
    Il primo, "Quando le foglie cadranno dalla quercia" racconta di come un contadino ubriacone fa un patto con il diavolo e come successivamente l'uomo mette nel sacco il diavolo La seconda, "Frankie senza paura”, racconta come il padre di un giovane uomo che non sa cosa sia la paura, tenti di organizzare per il figlio una notte in una taverna dove gli spiriti dei morti si riuniscono per giocare. Il terzo, "L’ avara Barbara", descrive la storia di una donna affetta da una terribile avarizia e l’ equivoco di un apparente omicidio e di come tutti cerchino di uscirne fuori senza esserne coinvolti . Il quarto, "Un sogno che si avvera”, parla di un anziano agricoltore che sperpera i suoi soldi giocando alla lotteria, l'ultimo racconto, "Fimfárum", è la storia di un fabbro che ha una moglie infedele e che è costretto a eseguire una serie di impossibile compiti.
    Tutte le cinque storie hanno come protagonisti delle marionette e il mezzo di animazione impiegato è la stop motion. I pupazzi utilizzati sono tutti delle meravigliose creature che sanno creare attorno a loro un aurea di magicità e quindi dar vita ad un atmosfera di profondo interesse nello spettatore. Le loro caratteristiche antropomorfe rispecchiano e sottolineano il significato del racconto: alcune evocano un senso di bellezza, altre dolce bontà familiare, altre sono deformi ed altre ancora sono evocatrici di paura e terrore. Altrettanto interessante ed affascinante è lo scenario in cui le storie si ambientano, stupisce l’ accuratezza delle ricostruzioni ambientali, a momenti sono estremamente precise e dettagliate altre volte stilizzate e quindi evocative; il tutto contribuisce a creare un atmosfera estremamente godibile che permette ai racconti di correre veloci.
    Non tutti e cinque i racconti sono ben riusciti nel loro compiutezza, personalmente ho apprezzato tantissimo il primo (Quando le foglie cadranno dalla quercia)

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    dove l’ arguzia del protagonista e l’ incredibile scena della cura disintossicante praticata dai diavoli al povero protagonista alcolizzato non possono non affascinare chi lo guarda. “Frankie senza paura”

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    è interessante per certi aspetti macabri che contiene e che danno un bel tocco di umorismo nero al racconto.
    Altrettanto carino è l’ ultimo “Fimfarum”,

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    dove una maggiore complessità della storia è ben resa sia dagli aspetti caricaturali dei personaggi sia dal succedersi degli eventi.
    Il dvd ha i sottotitoli in italiano e questo non è un fatto molto comune, anche se devo dire che i sottotitoli non sono così importanti per comprendere lo svolgimento delle storie.
     
  12. pierre

    pierre Well-Known Member

    FIMFARUM 2 (2006)




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    Dopo il successo di Fimfárum Jana Wericha (2002) naturalmente non poteva non esserci il proseguo, che naturalmente giunge con Fimfarum 2, il nuovo lungometraggio comprende 4 storie: la prima è carinissima e si intitola „ Zio, perchè il mare è salato ?“ e tratta di un contadino povero che, dopo una visita all‘ inferno, riceve da Lucifer stesso un macinino da caffè magico che produce ininterrotamente ciò che si desidera, si riesce a fermarlo solo mediante una parola magica. La morale stà nel descrivere il desiderio insano di possedere sempre più e di non accontentarsi mai.
    Altrettanto interessante e bella è la storia delle „Le tre sorelle e l‘ anello“, dove tre sorelle competono per il possesso di un prezioso anello che hanno trovato durante il loro ritorno a casa; vincerà quella che riuscirà a fare lo scherzo più furbo al proprio marito ovvero chi riuscirà a far sembrare più tonto il proprio marito (credo che questa equivalenza possa essere permessa)..
    Le altre due, I gobbi di Damasco“ che è probabilmente una variazione di una delle fiabe presenti in „Mille e una notte“ e „Pollicino“, non sono così intriganti come le due precedenti. Sono ottimamente animate ma sul lungo risultano noiosette forse perchè sono più conosciute e non immediatamente stimolanti la curiostà dello spettatore.
    Complessivamente questo lungometraggio mi è piaciuto meno del precedente, l‘ ho trovato piatto nel suo fluire, le storie presentano minor coinvolgimento di quelle del precedente film perchè troppo spesso hanno una minor spettacolarità. Si passa da un precedente Fimafarum dove l‘ horror e quindi la paura e il mistero erano componenti fondamentali ad un Fimfarum 2 dove il clima generale del film è sicuramente più tranquillo e rilassato e qundi meno coinvolgente.
     
  13. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Ciao, eccomi di nuovo, ritornata dalle ferie 8)
    Questi due DVD mi sembrano molto interessanti! Devo procurarmeli!
     
  14. Ulisse

    Ulisse Well-Known Member

    Bentornata dalle ferie!!! :)
    Concordo sul fatto che questi due DVD recensiti da Pier sono molto interessanti!

    Scusate ora se esco un secondo fuori topic. Vorrei chiedere a te ed a Pier se conoscete il libro "Saturnin" di Zdeněk Jirotka. L'ho avuto in regalo sia nella versione ceca che in quella italiana. Mi è stato detto che è un libro molto conosciuto in Rep. Ceca ed è abbastanza divertente.
    Lo conoscete? Che ne pensate? Forse già ne avete parlato in passato?
     
  15. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Io ho visto solo il film. L'ho trovato abbastanza noioso.
     
  16. pierre

    pierre Well-Known Member

    E' una milestone della letteratura ceka insieme al soldato Sveik, è amatissimo dai ceki e ne hanno fatto anche delle riproposizioni cinematografiche. Leggilo e poi ne parliamo.
     
  17. Ulisse

    Ulisse Well-Known Member

    Grazie mille per le info!
     
  18. pierre

    pierre Well-Known Member

    Il cinema slovacco ha prodotto moltissimi film nella sua storia, si dice circa 350 film (naturalmente non li ho visti tutti, in realtà nemmeno la decima parte). I film girati in Slovacchia o in coproduzione con la Boemia e Moravia rispettavano tutti i generi: commedia, film storici, sentimentali, etc etc., inoltre furono girati anche dei film di animazione che, ahimè, sono pochissimo conosciuti.
    Fortunatamente cominciano a circolare dei dvd che rendono giustizia a questa dimenticanza.

    Metto un indirizzo web che può essere utile a chi volesse procurarsi film slovacchi.

    http://www.sfu.sk/articles.php?category_id=12

    In Slovaccha la maggior parte dei film d'animazione furono creati in Cecoslovacchia durante il periodo socialista ed erano, generalmente, semplici serie TV, assai spiritose chiaramente destinate ai bambini. In questi cartoni si sottolineava l'importanza dell’ amore, della famiglia e dell’ amicizia avevano quindi una significativa dimensione educativa e la violenza era completamente eliminata. Non c’erano mezzi tecnici incredibili ed i registi di solito non potevano impiegare i fantasmagorici mezzi alla Disney. L’ animazione era solito utilizzare il burattino oppure le semplici tecniche di animazione basate sul disegno.
    La possibilità di creare film di animazione d'autore per un pubblico adulto era completamente preclusa. La censura politica era così forte e così paranoica che spesso vedeva assurde allusioni o incredibili significati piccole scenette innocente.


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    Il DVD contiene 16 film d'animazione dal periodo degli anni 1960, 1970 e 1980. La selezione comprende tutti i registi di punta della storia contemporanea slovacca del film d'animazione e di tutte le principali tecniche creative, stili e poetiche, che gli animatori hanno rappresentato nelle loro opere. E’ una compilation assai rara di un materiale difficilmente reperibile. Il grandioso è che ha anche i sottotitoli in italiano.


    Zem, (Viktor Kubal, 1966, far. / colore, 8 min.)
    Fronte na Dita, (Viktor Kubal, 1969, far. / colore, 8 min.)
    Piesen, (Ivan Popovic, Jaroslava Havettova, 1969, far. / colore, 5 min.)
    Dobri kamarati Dvaja , (Viktor Kubal, 1972, far. / colore, 8 min.)
    Janko Hrasko uno bacily, (Viktor Kubal, 1974, far. / colore, 7 min.)
    Varila mysicka kasicku, (Vlastimil Herold, 1974, far. / colore, 9 min.)
    Strazca sen, (Ivan Popovic, 1979, far. / colore, 9 min.)
    Kontakty, (Jaroslava Havettova, 1980, far. / colore, 12 min.)
    Cipke balda, (Dagmar Bucanova, 1981, far. / colore, 9 min.)
    Prasiatko Mudre, (Frantisek Jurisic, 1982, far. / colore, 11 min.)
    Do pivnice , (Jan Svankmajer, 1983, far. / colore, 15 min.)
    Jar , (Helena Slavikova-Rabarova, 1983, far. / colore, 7 min.)
    Dazdnik , (Ondrej Slivka, 1984, CB / b & w, 5 min.)
    Ki-ki-ri-ki , (Frantisek Jurisic, 1985, far. / colore, 8 min.)
    Kuzelnik uno kvetinarka, (Vlastimil Herold, 1986, far. / colore, 14 min.)
    Banke Babätko v , (Vladimir Malik, 1988, far. / colore, 6 min.)

    Molti di questi cartoni sono molto belli, altri risentono di un esasperata ricerca estetica che va a discapito della storia; fra i sedici assolutamente strepitoso e’ il cartone di Kubal, Zem (Terra), del 1966.
    Un contadino stà lavorando i suoi campi, quando arriva un uomo che gli fa conoscere nuovi strumenti agricoli ed anche glieli regala. Purtroppo, il contadino presto si accorgerà che il suo amico fa costruire ponti, strade, ferrovie e case sulla sua terra, alla fine della storia gli rimarrà soltanto un vaso da coltivare.

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    Viktor Kubal
     
  19. martina72

    martina72 Well-Known Member

    A proposito del cinema slovacco. Recentemente ho visto Slávnosť v botanickej záhrade (La festa nel giardino botanico), di Elo Havetta, girato nel 1969.
    Un film irreale e strano, io non ci ho capito molto :oops:
    Credo che il regista si è ispirato a Federico Fellini, c'è la stessa atmosfera allegra, poetica e malinconica allo stesso tempo, i personaggi bizzari...
    tra i quali il Pierre, un' eterno vagabondo e giramondo :wink: :D
     
  20. pierre

    pierre Well-Known Member

    E allora siamo in due ad essere caduti nelle grinfie di questo strano film; questa coincidenza è veramente incredibile.

    SLAVNOST V BOTANICKEJ ZAHAREADE

    Visto che si è parlato di Slovacchia cito questo film che ho visto recentemente. E' del 1969, e' a colori ed il primo film di un giovane regista slovacco Elo Havetta (1938-1975), ahimè morto assai prematuramente.
    Questo film lo cito solamente perchè non sono riuscito a capirlo molto e quel poco che ho compreso non è detto che sia poi così giusto.
    Storia che si svolge in un micropaesino slovacco dove le attrazioni sono una serra botanica che produce anche orchidee ed una Hospoda gestita da una donna che ha otto figli e due mariti, uno fecondo ed uno no. A vivacizzare il paese arriva Pierre uno slovacco che ha risieduto in Francia, per cui è detto il "francese", che è animato dal desiderio di rendere tutti felici. Il film si svolge frantumato in molte microstorie tra il fantastico ed il reale, spesso apparentemente scollegate... FORSE no, boh.... (dico forse ma non ne sono così tanto sicuro).
    Potrei lanciare qualche interpretazione ma lascio perdere perchè sicuramente mi infilerei in qualche ginepraio. Sicuramente alle spalle c'e' la tematica liberatoria del '68 ma riuscire a cavarne un discorso organico e completo è per me un impresa ardua.
    Sono d'accordo che Fellini c'entra, specialmente in quelle scene di coloratissimi festeggiamenti che si svolgono nei giardini del paese, però nella scelta dei ghigni dei personaggi che popolano la trama del film direi che Pasolini è preso a modello; anche l' enfatizzazione delle risate forzate e reiterate che spesso si succedono nelle scene allegre mi ricordano certe recitazioni di Ninetto Davoli che era uno degli attori preferiti da Pasolini.
     

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