La filmografia ceca

Discussion in 'Cultura' started by martina72, Sep 14, 2009.

  1. martina72

    martina72 Well-Known Member

  2. pierre

    pierre Well-Known Member

    vedo che hai dimenticato che la mia conoscenza del ceko e' quasi nulla, forse mi confondi con qualche altro, comunque ringrazio per l' interessamento :D
     
  3. martina72

    martina72 Well-Known Member

  4. pierre

    pierre Well-Known Member

    FINE AGOSTO ALL' HOTEL OZON
    Regia: Jan Schmidt
    Bianco e nero
    1967


    Faccio una premessa, questo film e’ gia’ strano nella sua genesi, girato da due esordienti, entrambi studenti e diplomati al FAMU di Praga che era la scuola cinematografica di elite’ dell’ allora Cecoslvacchia. Il film fu finanziato dall’ esercito, fatto, visionato non piacque alle autorità committenti, fu immobilizzato in dei magazzini finchè non giunse la decisione di destinarlo al macero. Il regista, Jan Schimdt, grazie ad una soffiata riuscì a salvarne una copia. Lo sceneggiatore era Pavel Juracek, colui che sarebbe stato regista di ICARO XB-1.

    L’ epoca: in entrambi gli schieramenti politici mondiali la paura atomica era stimolata ed era argomento continuo di propaganda; numerosi a quell’ epoca erano gli esperimenti nucleari ed avevano un ampio risalto sulla stampa di qualsiasi orientamento. Non poche erano le nazioni coinvolte, certamente le due maggiori (USA, URSS) ma anche altre quali Francia, Inghilterra, Cina. Quindi l’ arma nucleare era tangibile e si stava diffondendo per cui era facile spargere il terrore per un suo utilizzo conscio o casuale.

    Finalmente il film:


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    Film fantascientifico ambientato in un mondo “dopo bomba”, dove l'umanità è praticamente estinta. Un gruppo di otto donne (sette giovani più un'anziana che fa loro da guida, l'unica che ha conosciuto la Terra prima della catastrofe) vivono in ambiente desolato e selvaggio. Il gruppo si mette in movimento per cercare altri sopravvissuti, chiaramente di sesso maschile, nella speranza di ricreare la razza umana. Raggiungono un vecchio albergo, l'hotel Ozon , il vecchio proprietario vive ormai soltanto di ricordi ed è circondato da oggetti ormai inutili ma significativi della sua esperienza precedente; questi oggetti riescono ancora a creare un punto di riferimento epocale per i due anziani, ma, ahimè, non hanno alcun senso e significato culturale e sociale per le giovani ragazze nate ed abituate a vivere in un ambiente totalmente selvaggio dove solo la forza acquista una valenza etica ed positiva per l’ esistenza.


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    A sottolineare questo aspetto della brutalità come mezzo di sopravvivenza nel film ci sono alcune scene estremamente inquietanti e crude, scene secondo me reali e non fintate: l’ uccisione di un cane a colpi di calcio di un fucile, di un serpentello e di una mucca e il relativo scuoiamento.
    Le attrici di questo film non erano professioniste, questo mi fa pensare che le abbiano arruolate nell’ ambiente contadino di una zona vicino al confine con la Germania dove il film e’ stato girato Altre voci dicono che fossero soldatesse dell’ esercito cecoslovacco, anche questo può essere, non ho ulteriori elementi per confermare alcuna della ipotesi.
    Il film e’ crudo, realistico e ben rende un atmosfera di un possibile “dopo bomba”, e’ un film imparziale non lo riesci a collocare in nessuna ideologia se non quella della paranoia di un pericolo reale, avrebbe potuto essere girato sia ad ovest che ad est, forse questo non e’ piaciuto alle autorità (e qui voglio sottolineare che a nessuna tipo di autorità avrebbe gradito questa pellicola, in questo film non ci sono buoni ma solo disperazione che e’ politicamente incolore).

    Aggiungo l' immagine del cofanetto, con sottotitoli in italiano, dove questo film e' contenuto.

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  5. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Pier, hai descritto proprio bene questo film! Penso che valga la pena a cercarlo e vederlo. Ora manca l'ultimo film del cofanetto, che però io non ho ancora visto...
     
  6. pierre

    pierre Well-Known Member

    prenditi il tempo che vuoi e poi ne possiamo parlare. Ti dico solo che non e' male questo Icaro XB 1.
     
  7. pierre

    pierre Well-Known Member

    sono certo che hai già visto qualcosa d' altro e ce ne vorrai parlare....... :D al più presto :D :D
     
  8. Ciao Martina, l'unico film ceco che ho visto, la1^ volta in lingua originale e in seguito in italiano (con alcune scene tagliate) e' stato "Kolja" (in italiano Kolya) di Jan Sverak, con Zdenek Sverak , il film mi e' piaciuto per la sua semplicita', per le musiche (molto belle), per il messaggio ("nase/vase" "nostra/vostra" - chi ha visto il film sa' a cosa mi riferisco).
    Per chi non l'ha visto, la storia narra di un professore di musica, primo violoncello credo nella disciolta orchestra sinfonica nazionale Cecoslovacca, a causa del duro regime comunista di quegli anni, inizia nel periodo appena precedente alla rivoluzione di velluto del 1989/90 e si conclude subito dopo, bellissima la scena dei Cechi tutti in piazza S. Venceslao che all'unisono, in segno di protesta, fanno tintinnare i mazzi delle chiavi (fatto realmente accaduto), e il concerto della ricomposta orchestra nazionale, segno della fine di un triste periodo e simbolo di rinascita del paese desideroso di liberta'.... di unita' e soprattutto di identita'nazionale.
    Il maestro, e' costretto a sbarcare il lunario: suonando ai funerali, impartendo lezioni private ed infine sposando una ragazza russa in cambio di denaro per concedergi la cittadinanza (e passaporto Ceco).
    La ragazza fuggira' cosi' dal paese, lasciando il poveretto nei guai con la polizia segreta, e ad accudire al bambino russo di Lei (Kolja per l'appunto).
    Il film si incentra sul rapporto, all'inizio conflittuale tra il bambino russo ed il musicista ceco , che pero', col tempo, lascera' spazio ad un profondo affetto, al punto che nel momento della inevitabile separazione, grande sara' per entrambi il dolore (nase/vase - nostra/vostra e' riferito alle bandiere ceca e russa in una scena, secondo me, clou del film).
    Caratteristica del film (grande fotografia del periodo storico di cui tratta) e' che la scena iniziale e' uguale a quella finale, l'oblo' dell'aereo che porta via Kolja dalla Cecoslovacchia insieme alla mamma, con una toccante colonna sonora.... almeno cosi' credevo di ricordare, dato che, nel rivedere il film, questa scena iniziale non compare (a meno che non risulti tagliata dalla conversione in file avi della vecchia VHS in mio possesso).
    Consigliatissimo.
    Pietro
    PS per Pierre, il libro devo cercarlo, e' a Roma a casa dei miei, almeno spero, comunque il titolo se non sbaglio era proprio "storia della letteratura Cecoslovacca" oppure "....della letteratura Ceca e Slovacca.
     
  9. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Grazie, Pietro, per averci raccontato un bellissimo film con il quale il regista Jan Sverak (figlio di Zdenek Sverak, il protagonista) ha vinto l'Oscar.
    Se permettete posterò qualche immagine:

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  10. Prima di tutto, mi ricordavo bene, ho ritrovato l'originale vhs e la scena e' presente, la mia artereosclerosi non e' cosi' galoppante come credevo.
    Provvedero' quanto prima a trovare il DVD che mi consigli spero contenga la traccia e i sottotitoli anche in lingua originale, perche' penso che un film, qualsiasi film, vada visto ed ascoltato anche il lingua originale.
    ci sentiamo
     
  11. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Intendi "Vuoti a rendere"? Purtroppo non lo sò perchè io ho soltanto la versione ceca, cioè Vratne lahve :?
     
  12. pierre

    pierre Well-Known Member

    Le foto postate da Martina sono estremamente interessanti, specialmente l’ ultima dove si apprezza l’ adunata popolare in Piazza Venceslao a significare che finalmente si può respirare un aria nuova. Un aspetto non minore non affrontato nella descrizione di questo film e’ il richiamo al “gusto degli affari” che l’ arrivo dei soldati russi in Cecoslovacchia determinò in molti residenti. Mentre chi faceva affari c’era chi non voleva avere nessun rapporto con i nuovi invasori. Gli Sverak non si sono lasciati scappare questi aspetti e il riferimento è puntuale e circostanziato nel film in più scene.
    Ancora due cosucce:
    Parlare di Sverak (Jan) mi ha fatto ricordare che esiste un emanazione della Federazione Italiana Cineforum, la Fondazione Alaska (ha sede in Bergamo, quindi Martina apri le orecchie anche se probabilmente già la conosci) che ha curato l’ edizione di una monografia su Jan Sverak, acquistabile online al prezzo di miseri 8 euro. Nella sua produzione ha curato anche un libro su Jan Svankmajer (ne parleremo in futuro, tranquilli, altro incredibile personaggio del film di animazione targato Repubblica Ceca).
    Mi e’ capitato di leggere un intervista rilasciata da Zednek Sverak (il padre e oltre che attore anche sceneggiatore) dove raccontava delle sue esperienze con il bimbo attore del film. E’ un intervista incredibile dove traspare la preoccupazione dello Sverak padre per l’ influsso che lo svolgersi del film aveva sul bambino. Il bambino attore o attore bambino (leggete un po come vi pare) subiva sempre più la sua parte e tanto che verso la fine del film sviluppò dei problemi di identificazione fra la realtà e la finzione. Questo creò sia in Jan che Zednek Sverak dei problemi etici e di umana sensibilità non di poco conto. Mi ha colpito che in questa intervista Sverak padre, glissò le domande dell’ intervistatore per portare la sua testimonianza su questa tematica, che evidentemente lo aveva interessato non poco.
     
  13. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Interessantissimo!! Dove hai letto l'intervista?

    Per quanto riguarda il libro mi sto già prendendo la nota :wink:
     
  14. Devo dire che la foto dell'adunata popolare mi ha ancor'oggi fatto effetto, a distanza di anni dalla visione del film, ma ancor prima dalle notizie che giungevano in Italia dell'esplodere delle contestazioni in Cecoslovacchia, (mi emoziono ancora nel ricordare la figura di A.Dubcek, simbolo della rivoluzione del 1989 e protagonista di quella del 1968, morto a seguito di un incidente stradale in circostanze "dubbie" nel 1992).
    Approfittero' per rivedere il film, sotto l'aspetto da te sottolineato Pierre.
    L'esperienza che mi lega alla RC risale al 1988 e la prima volta che sono stato a visitare il paese fu nel 1993, quello che mi colpi' furono: il piccolo aereoporto che mi accolse in quel primo viaggio, un solo check in, due e dico due nastri trasportatori per i bagagli, un po' poco per quella che e' sempre stata una delle + importanti capitali d'europa, l'altra cosa che mi colpi' fu da una parte la ricchezza di pochi, dall'altra le difficolta' economiche dei tanti, un costo spropositato delle automobili, degli elettrodomestici (televisori in primis) e, strano a dirsi, delle carozzine per bambini, avevo notato che le carozzine erano praticamente tutte stile anni 50/60, ovvero ruote grandi con grosse molle ammortizzatrici, ce le avete presenti? non capivo perche', poi la mia amica mi disse che, visto l'alto costo, venivano passate di generazione in generazione, incredibile poi il fatto che, dato il loro valore, venissero tranquillamente lasciate incustodite (senza i bimbi dentro ovviamente) in appositi spazi all'esterno dei grandi centri commerciali, gli "Obchodni-dum", con la certezza che nessuno avrebbe osato appropriarsene, a Roma prova a lasciarla un attimo incustodita e non ritrovi nemmeno il bimbo.
    Nonostante le difficolta' economiche, si respirava la dignita' della gente, non che al mio primo viaggio possa avere la presunzione di aver capito tutto questo, io parlo delle impressioni che ho avuto nel corso degli anni, e che essendo una persona che appena ventenne e' andata via di casa per inseguire un sogno e un lavoro sicuro.... ne ha fatta di esperienza e ne ha incontrata di gente, "molta" da evitare e "poca" che meritasse veramente fiducia, amicizia e rispetto, rivedendo molte cose sotto un'altra luce, man mano che l'eta' avanzava e l'esperienza aumentava.
    A Praga ho subito anche il furto della valigia, ma so che la persona che ha fatto questo non era uno che se la passasse particolarmente bene, non ho "odiato" i cechi per questo, anche perche' non e' che noi italiani trattiamo megli i turisti, molte volte chi truffa, e' impaccato di soldi (traduco dal romanaccio "e' cosi' pieno di soldi da poter esserne ricoperto come un pacco").
    All'epoca, il cambio lira/corona era 46 a 1 (1 Kc / 46 L ) per convenienza arrotondavo a 50, per cui 50.000 L equivalevano a poco + di 1000 Kc), lo stipendio medio ceco era di 5000 /6000 Kc, per cui poter spendere 350.000 L in 10 gg significava spassarsela...
    Una villa a due piani costava a Gottwaldow/Zlin circa 900.000 /1.000.000 Kc 45/50 milioni di vecchie L, il costo di un'automobile di media cilindrata non lo ricordo bene, forse 25.000 - 35.000 Kc per l'usato 80.000/100.000 Kc per il nuovo, credo che queste fossero grosso modo le cifre, ho un vago ricordo dei tanti autosaloni visti dal finestrino della corriera che da Praga, in 7 interminabili ore, mi portava a Zlin, per cui il vecchio detto "i soldi vanno dove ci sono i soldi" e' vero, pensate a chi aveva da investire, in quanto + che benestante, a quanto poco ha comprato e a quanto sono aumentati, dopo pochi anni, i soldi investiti... soprattutto gli immobili al centro di Praga, e questo vale anche per le attivita' commerciali, abbigliamento, gelaterie e pizzerie italiane, nel '93 a Zlin non se ne vedevano (ma anche a Praga non ne ho viste), l'unica cosa straniera era il Mac Donald vicino a Florence o a P.zza S. Venceslao, poi eccole spuntare come funghi, tra cui molti negozi di abbigliamento Italian Style.
    Il fatto e' che non avevo soldi da investire (rischiando non speculando) perchè senno' una bella pizzeria al taglio non sarebbe stata una cattiva idea, oppure un import/export con prodotti alimentari italiani di pregio quali mozzarella di bufala, tartufo bianco di Alba, vini italiani di prestigio, avrei fatto fortuna.....
    Un'auto costava uno sproposito, anche per le nostre tasche, mi ricordo che il papa' della mia amica, era entrato a far parte dello staff tecnico dello Zlin Calcio, allenava i giovanissimi, e avendo una maggiore possibilità economica si era comprato una Peugeot 309 bianca, naturalmente usata, con orgoglio me la mostro', l'anno dopo l'auto non la trovai, non riesco a dimenticare la sua commozione e la dignità con cui mi confesso che non avendo ottenuto una riconferma lavorativa, non era piu' nelle sue possibilita' tenerla, aveva quasi le lacrime agli occhi.
    Questo del lavoro, cioe' la cosidetta "flessibilita' del lavoro" a cui noi italiani non siamo abituati, ma con cui anche noi "purtroppo" ultimamente dobbiamo fare i conti, dopo decenni di idea di posto fisso, è un'altra cosa che mi colpi', la necessita' di portare due buste paga a casa, ma forse anche una mentalita' ceca indubbiamente + aperta, in tutti i campi, anche in quello sessuale (che, come sempre, viene fraiteso dall'italiano medio), ha portato la necessita' che a lavorare siano entrambi i coniugi, lavoro che si puo' trovare con relativa facilita', ma che con altrettanta facilita' si puo' perdere, cosi' per esempio la mamma della mia amica, un anno faceva tranquillamente la commessa in un grande magazzino, per poi magari lavorare in un negozio di scarpe l'anno dopo (lavoro che in italia vedi svolgere soltanto da ragazzette fresche di studio, mentre una donna di mezza eta' difficilmente sarebbe assunta).
    La chiudo qui' perche' penso di essermi dilungato troppo e andato fuori tema, o forse no considerando che un bel film su questi argomenti andrebbe girato...
    Finisco col dire che anche la filmografia internazionale ha beneficiato dell'apertura ad occidente del nuovo corso storico ceco, Praga e' divenuta sfondo ambito per tutta una serie di film, da "Mission Impossible" al nostrano "perdiamoci di vista" di C.Verdone, "Oliver Twist" del discusso R. Polanski e persino James Bond ha pensato bene di visitare "La citta' dalle cento torri".
    un mega saluto a tutti e scusate se mi sono dilungato
    Pietro
    Ps penso che molti speculatori siano stranieri e che spesso l'unico interesse ad allargare la comunita' europea e quello di creare ulteriori speculazioni, e da questo punto di vista l'est europeo (Polonia, Romania, Ungheria) sono praterie sconfinate...
    PPS la difficolta' di visualizzare le vocali accentate è solo mia? ho risolto evitando le accentate ed usando l'apostrofo, dato che il testo risulta in presenza di vocali accentate di difficile comprensione, ma forse e' solo un mio problema, nell'eventualita' scusatemi.
     
  15. pierre

    pierre Well-Known Member

    Chi e’ stato a Praga, ricorderà che spesso si vedono in vendita, in negozi o bancarelle, delle marionette. Non e’ casuale questa forma di souvenir, è certamente il riflesso di una tradizione consolidata.
    L' attività di gestire un Teatrino dei Burattini itinerante era molto diffuso nelle terre ceke; pare che tale pratica ebbe inizio a partire dalla seconda metà dell' 800 anche se le prime tracce di burattinai risalgono all' epoca della Guerra dei Trenta Anni (1618-1648) .
    Il Teatro dei Burattini fu sempre molto popolare e la prima rivista sulla tematica dei Burattini e dell’ arte di muoverli e manovrarli fu fondata nella Cekia di allora; anche la prima Associazione di Burattinai ebbe origine da queste parti.
    Oggigiorno gli spettacoli di Burattini sono dedicati ai bambini, ma non era così 150 anni fa.
    I Burattinai girovaghi raggiungevano un villaggio, mettevano in piedi il loro palcoscenico e tutto il villaggio accorreva a vedere lo spettacolo; pare che il pezzo teatrale più rappresentato fosse il Faust (questo spiega come il personaggio del diavolo sia così diffuso nel tipi di burattini che sono in mostra o in vendita per tutta Praga) e il Don Giovanni.
    A partire dal 1900 il repertorio si arricchì di molte altre pieces. Finita la rappresentazione, i teatranti se ne andavano in altro villaggio e spesso accadeva che varcassero anche i confini nazionali.
    Molti dei primi Burattinai non erano ceki ma provenivano dall' Inghilterra e dall' Olanda e dalla Germania. I ceki impararono il mestiere e cominciarono a sviluppare un proprio teatro itinerante autonomo.
    Ma quello che piu' e' interessante che la maggior parte dei teatri per burattini usava come lingua il ceko a differenza dei teatri ufficiali dove la lingua utilizzata per le rappresentazioni era il tedesco. In tal modo il teatro dei Burattini, come espressione genuinamente popolare, contribuì a conservarela coscienza e la conoscenza della lingua ceka nella gente.
    La decisione di usare la lingua ceko era dovuta anche ad una forma di disobbedienza civile nei confronti delle autorità austro-ungariche che l’ avevano proibita o fortemente la osteggiavano.
    I Nazisti, dopo la loro invasione, chiusero centinaia di teatrini dove si svolgevano queste rappresentazioni di burattini perche’ spesso i burattini erano utilizzati per svolgere un opera di satira nei confronti dell’ invasore.

    Tutto questo lungo pistolotto e' dovuto al fatto che ho citato Jan Svankmajer; uno dei piu' incredibili artefici del film di animazione.

    Jan Svankmajer

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    Precedente avevamo parlato di Jiri Trnka anche lui specialista dell' animazione e e del film ad essa collegato oltre a questi due mostri sacri c' è un terzo ed altro grande ed incredibile animatore di pupazzi ed è Jiri Barta.

    Jiri Barta

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    Due erano i centri dove venivano prodotti questi film di animazione: naturalmente Praga ma anche Zlin. Quindi Zlin, oltre per le fabbriche di scarpe Bata, l' architettura funzionalista era importante anche come centro per la produzione di film animati.
    Visto che affrontiamo la filmografia ceka mi pare importante parlare anche del cinema di animazione che ebbe un importante ruolo in questa forma d' arte
     
  16. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Pierre, ti sei dimenticato di Karel Zeman i cui film sono nati proprio negli Studi cinematografici di Zlin/Gottwaldov.
    Ogni anno a Zlin si svolge un festival importantissimo per i film d'animazione, ZLÍN INTERNATIONAL FILM FESTIVAL FOR CHILDREN AND YOUTH,
    Festival internazionale del cinema per bambini e ragazzi
    quest'anno giunto alla 50a edizione.

    http://www.filmitalia.org/festival.asp? ... ntID=30381
     
  17. pierre

    pierre Well-Known Member

    Certo Zeman, del quale abbiamo gia' parlato qualche tempo fa, ma lui non costruiva pupazzi, la sua animazione era essenzialmente grafica abbinata all' utilizzo di attori in carne ed ossa.
    Comunque e' vero Zeman faceva parte del gruppo di Zlin. Hai fatto bene a ricordarlo.
     
  18. pierre

    pierre Well-Known Member

    Cominciamo con Trnka, poi piano piano verranno anche gli altri


    Jiří Trnka (Plzen, 24/2/ 1912 – Praga, 30/12 1969) è stato un illustratore, animatore e regista ceco. È famoso in special modo per le sue animazioni di pupazzi in passo uno (quindi fotogramma per fotogramma).

    Trnka è stato a contatto con il mondo delle marionette fin da piccolo, sua nonna le costruiva e poi le vendeva. In Cecoslvacchia la tradizione dei burattini e dei pupazzi ha una tradizione secolare, molto piu' longeva della nostra.
    All'età di dodici anni, poté lavorare come aiutante nel teatro di burattini di Josef Skupa, un famoso burattinaio ceco (altro personaggio sconosciuto in Italia e che meriterebbe di essere ricordato); grazie alla frequentazione con Skupa, Jiri imparò l'arte di costruire e muovere i burattini. Fu proprio Skupa che, certo del talento di Trnka, lo convinse a frequentare la Scuola d'arti applicate di Praga.
    La sua attività si svolse principalmente in 2 due campi.
    L' illustrazione e l' attività cinematografica dedicata ai burattini e alle marionette.

    A livello di illustrazione Trnka illustro' il libro Spalicek di Hrabin, i Racconti dei Fratelli Grimm, di Andersen e di Erben e di molti altri autori, come Racconti della Vecchia Boemia e il suo Zaharada (Giardino).
    Lo stile delle illustrazioni di Trnka ' estremamente raffinato, preciso nei particolari e delicato nei toni. Non ama i colori forti ne l' illustrazione pesante, tutto è fatto in punta di pennello. Quindi la sua illustrazione e' un insieme armonico che attrae subito l' attenzione del lettore e si integra con dolcezza nella trama del libro per cui e' stata concepita. Nel 1968, un anno prima della sua morte vinse il Premi Internazionale per il miglior illustratore.

    Attivita' cinematografica
    Fece un pò di cortometraggi a cartoni animati da lui illustrati, ma appena potè lascio questo campo per esaltare un mondo dimenticato, quello dei pupazzi. Il mondo dei pupazzi uscì dai piccoli teatrini per bambini per portare ovunque la sua carica poetica, satirica o allegorica.
    Iniziò la sua attività di filmaker alla fine della 2nda Guerra Mondiale, nel 1946 vinse un Premio al Festival di Cannes con il film "Animali e Briganti". Questo gli permise un notevole salto di qualità e di autonomia, nel 1947 potè installarsi in una vecchia villa della capitale e fondò lo "Studio Cinematografico dei pupazzi di Praga" che alla sua morte, nel 1969, venne ribattezzato "Studio Jiri Trnka dei pupazzi di Praga".
    Granparte dell' attività filmica di Trnka si basa sul folklore ceko, cominciò a spaziare all' esterno di questa tematica con "Il buon soldato Svejk" (1955). I primi pupazzi che utilizzò, avevano il viso di legno, intagliato, solo alla fine degli anni 50 cominciò ad utilizzare la plastica per viso, mani e piedi e le giunture snodate, riuscendo cosi' a dare una maggiore plsticità e delicatezza alle sue figurine.
    I suoi filmati, non erano sempre del tutto innocui, noi li vediamo spesso permeati di romanticismo e tanto ci basta. Alcuni film di Trnka, invece, erano volutamente satirici e molto schierati contro il potere.
    In "La mano" (1965), egli filmò una mano umana in lotta con un pupazzo. La mano, che simboleggiava l' aspetto minaccioso del potere e del predominio della burocrazia, domina e infine distrugge uno dei piccoli pupazzi, una specie di giardiniere che voleva dedicare la propria esistenza alla coltura di un unico fiore.
    Fu chiesto a Trnka come fosse riuscito a ottenere l' ok per un soggetto così critico nei confronti del totalitarismo. Lui rispose che il suo soggetto o non era stato esaminato o che le autorità non avessero avuto l'intelligenza per capire il tema del film.

    Però alla morte di Trnka la sua casa, il suo studio, i suoi set, furono perquisiti dagli agenti del StB e tutto il suo materiale originale fu sequestrato e portato via e non se ne seppe più nulla. Forse qualcheduno, negli anni successivi aveva cominciato a capire.
    Si potrebbe scrivere molto di più ma vediamo che cosa induce questa breve introduzione in voi frequentatori del forum.

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    [​IMG]

    http://www.bampfa.berkeley.edu/images/f ... _trnka.jpg

    questo video e' interessante, mi spiace e' in inglese e un po lunghetto ma assai carino.
    Alcune parole ancora su Trnka. Era di una pignoleria assurda nel costruire i suoi pupazzi, si dedicava al lavoro al tornio per ottenere le espressioni che lo convincevano di piu', non disdeganava i lavori di cucito per abbigliare al meglio i suoi personaggi.
    Insomma era un perfezionista incredibile.
    Lui non amava molto i dialoghi nelle piece dei suoi pupazzi, quindi li riduceva al minimo o erano del tutto inesistenti e nelle sue rappresentazioni, sostituiva il dialogo con la musica, che variava a seconda della tematica affrontata fra il classico e il folklore.

    Personaggi tratti dal "Sogno di una mezza estate"

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    il soldato Svejk

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    Prairie Aria, presentato nel festival del cinema per bambini a Zlin, 31 maggio - 7 giugno, 2009.

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  19. pierre

    pierre Well-Known Member

    Jan Svankmajer e’ nato nel 1934 e ha iniziato la sua attività studiando Arte dei Burattini e poi scenografia all’ Accademia delle Belle Arti di Praga.
    Ha iniziato l’ attività nel 1964, i suoi film (corto e lungometraggi) non erano molto conosciuti in patria e ciò era dovuto alla censura che l’ opposizione politica esercitava. La situazioni quindi era abbastanza paradossale, lo stato gli permetteva di fare dei film ma poi gli impediva di farli circolare. D’ altra parte sino al 1989 l’ industria cinematografica era in mano allo stato e non era possibile accedere a finanziamenti privati. All’ estero il conseguimento di premi e riconoscimenti, ottenuti in vari festival cinematografici, gli ha permesso di attirare l’ attenzione e il consenso della critica.

    [​IMG]


    Svenkmajer culturalmente ha gravitato nel movimento surrealista cecoslovacco (tanto per ricordare quello fondato da Stirsky, Toyen, Taige) e tutta la sua opera di conseguenza è permeata da questa sua visione del mondo.
    Il suo modo di concepire la quotidianità e’ spesso espresso nei suoi filmati, principalmente quelli brevi. Svenkmajer dimostra spesso un interesse esasperato per gli oggetti quotidiani che perdono il loro significato funzionale per diventare un qualcosa di vicino all’ aspetto umano, il loro aspetto vitale viene evocato mediante la tecnica della “stop motion”.
    La tecnica d’animazione chiamata “stop motion” (chiamata anche passo uno in Italia) permette di animare oggetti inanimati attraverso un processo che consiste:
    1- muovere leggermente un modellino,
    2- fotografarlo, per un numero di volte necessario al completamento del movimento del quale si vuol dare l’illusione.

    Utilizza spesso tecnica mista (riprese dal vero + animazione di oggetti o pupazzi) nei suoi film più lunghi dove introduce anche collage, dipinti, disegni e quant’ altro gli sia utile per portare avanti la narrazione.

    Svankmajer è un autore complesso, non e’ facile descrivere le sue opere perché e’ complicato il suo modo di creare le sue immagini, lui le crea e completa utilizzando richiami e riferimenti all’ arte moderna a partire dal dadaismo fino alle avanguardia artistiche più moderne ma anche da particolari pittori del passato (tanto per citarne due: l’ Arcimboldo ed Hyeronimus Bosh).

    Quadro dell' Arcimboldo

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    Pupazzo di Svenkmajer di ispirazione arcimboldiana

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    Per chi volesse farsi un idea del lavoro di Svenkmajer, consiglio di vedere alcuni dei suoi brevi filmati su Youtube (ne segnal solo alcuni, a voi il piacere di trovarne altri)


    http://www.youtube.com/watch?v=LuBwXfg3Mr4


    http://www.youtube.com/watch?v=TrgOnL1Yyvk
    (vi consiglio di resistere sino all’ ultimo)

    oppure procurarsi un prezioso cofanetto con 2 dvd dove sono contenuti 14 dei suoi piu’ importanti cortometraggi; nel cofanetto ultra interessante sono gli extra dove sono contenute interviste ed informazioni preziose sulla concettualità di Svenkmajer che e’ anche considerato l’ ispiratore di Tim Burton e Terry Gilliam.

    http://www.cinematografo.it/pls/cinemat ... gina=11685

    La filmografia completa di Svenkmajer e’ contenuta nel link qui di seguito

    http://it.wikipedia.org/wiki/Jan_%C5%A0vankmajer
     
  20. martina72

    martina72 Well-Known Member

    Prova risolvere in questo modo:
    Apri Windows Explorer e vai nella casella "Pagina"in alto a destra, a fianco alla casella "Home", "Stampa",
    "Strumenti".
    Quindi si va su "Pagina" e compare il menù a tendina. Tra le varie opzioni
    presenti selezionare "Codifica" e poi scegliere "Unicode (UTF-8)".
     

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